Bologna, 8 settembre 2024 – Un solo colpo, fatale, al cuore. L’esame autoptico, eseguito dal medico legale Matteo Tudini sul corpo del sedicenne Fallou Sall, ha confermato quello che era apparso subito drammaticamente evidente ai primi soccorritori e alla polizia. Una coltellata singola, ma chirurgicamente precisa, sferrata dal coetaneo con il coltello a serramanico che si era portato da casa.
Un dettaglio non secondario, su cui si sta concentrando il lavoro della Procura dei minori e degli investigatori della Squadra mobile, per chiarire se quell’aggressione sia stata in qualche modo premeditata. Il ragazzino, che venerdì mattina, nell’udienza di convalida, ha ripercorso la sua versione di quella tragica serata, ha detto di portare "sempre con sé" l’arma. Adesso anche lui e anche il diciassettenne che ha accoltellato alla gola e alla spalla in quel caos di ferocia giovanile, saranno sottoposti ad accertamenti medico legali, per riuscire a dipanare l’intricata matassa della dinamica di questo assurdo omicidio.
Una dinamica contrapposta, nelle versioni fornite dall’indagato da un lato; e dagli amici delle vittime dall’altro. Il primo dice di aver reagito dopo che gli altri lo avevano aggredito e accerchiato, tirando fuori il coltello e colpendo "alla cieca". Il ferito e gli altri amici della vittima dicono invece che sia stato l’indagato a colpire per primo, prendendo a pugni il diciassettenne e poi scappando via dopo avergli preso - forse per sbaglio, confondendolo con il suo - il cellulare. Inseguito, il ragazzo sarebbe stato raggiunto da Fallou, il più veloce della comitiva, che lo avrebbe ‘placcato’ per fermarlo. E lui, a quel punto, avrebbe tirato fuori il coltello, ferendolo al cuore, lasciandolo morire in una pozza di sangue, per poi rifugiarsi a casa.
Lì lo hanno trovato i poliziotti delle Volanti: aveva escoriazioni alle ginocchia e alle braccia, frutto probabilmente della colluttazione avvenuta poco prima. Questi segni saranno oggetto di indagine. Questo, mentre il ragazzo è al Pratello, in una cella da solo, come da prassi per i nuovi giunti. Considerate le minacce che lo hanno raggiunto, già dall’esterno, sui social e non solo, c’è molta attenzione nei suoi confronti anche dietro le sbarre del Pratello. La misura cautelare, oltre che per i gravi indizi di colpevolezza, è stata disposta dalla gip Anna Filocamo per il pericolo di reiterazione del reato. Un reato maturato, da quanto emerso, in un contesto di malessere da parte dell’indagato, che da due anni aveva denunciato di essere vittima di bullismo e minacce social. Nel primo esposto, presentato ai carabinieri della stazione Bertalia nel settembre del 2022, erano indicati anche i nomi di alcuni ragazzi che facevano parte del gruppo di Fallou. La vittima, però, non c’era: "Mio figlio non conosceva quel ragazzo", aveva spiegato mamma Danila. "Non conoscevo Fallou", ha confermato al gip il giovane arrestato. Che, invece, conosceva il ferito: neppure il diciassettenne era mai stato denunciato dall’aggressore, ma tra loro c’erano già stati screzi e anche una rissa, avvenuta il sabato precedente l’omicidio. Tutto maturato in un contesto di antipatie adolescenziali, amplificate nel tritacarne dei social, in particolare di TikTok e Instagram, e trasposte in strada, fino all’apice della violenza, esplosa mercoledì sera.
Nei prossimi giorni, tra il parco del Velodromo e via Piave, dove è avvenuto l’omicidio, riprenderanno i sopralluoghi della Scientifica, per delineare esattamente il contesto dell’aggressione. Questo, mentre ai genitori di Fallou la Procura ha concesso il nulla osta per i funerali, che verranno celebrati probabilmente mercoledì, dopo una camera ardente allestita in Certosa, per l’ultimo saluto a questo ragazzo, tanto amato da tutti nel quartiere e dai compagni di scuola del Belluzzi, che frequentava.