Lo sapevate che verso la fine degli anni Ottanta molte celebrities della tivù si erano appassionate di gare automobilistiche e si davano segretamente appuntamento per correre all’autodromo di Imola?
Ecco una storia italiana mai narrata, finché lo scorso anno un artista imolese non l’ha riportata a galla. Alla sua maniera. Che per Gianluca Gimini, architetto ceduto al design e alla comunicazione, è quella di creare opere d’arte che includono un fantasioso lavoro di grafica, fantasia e humour.
Mondi paralleli come in ’Televideo Racing Club’, l’ultima sua fiction-follia con protagonisti Vip in tenuta da rally per omaggiare l’epopea televisiva degli anni Ottanta e Novanta. Su www.gianlucagimini.it
Gimini lei ha inventato una storia che inizialmente tutti credevano reale, perché?
"Erano anni che sognavo di fare un lavoro sul video. E quando è arrivata la pandemia ho trovato il tempo. Ho iniziato a cercare online nuove cose da guardare che non fossero notizie deprimenti e per motivi a me ignoti mi sono improvvisamente appassionato, all’età di 38 anni, alle auto. Da zero interesse a ossessione a causa di questo canale youtube americano che si chiama Donut Media, un canale molto divulgativo tendenzialmente per i ragazzini".
Poi cos’è successo?
"Che nella mia testa ho incrociato delle informazioni per imbastire un mondo e realizzare dei video. Ho fuso questa cosa delle auto insieme alla storia di un racing club giapponese segreto di gente molto in vista emerso anni fa, il Midnight Club. La storia è avvolta nel mito, non si conosce il confine tra realtà e leggenda un po’ come nella mostra di Damien Hirst ’Treasures from the Wreck of the Unbelievable’ che mi ha ispirato".
E si è inventato uno zio Eros giornalista imolese che però è lei travestito.
"Sì, raccontavo come mio zio Eros di Tele Pedagna Est avesse tenuto segreto per tre decenni questo archivio di gare che spiava e come poi mi avesse chiesto di renderlo pubblico. Ho quindi iniziato a vestire i panni dello zio su Instagram e a raccontare ’forse non tutti sanno che’… ma ben presto si è capito che era tutto finto, ho spinto molto sul grottesco".
Perché l’ha svelato?
"Perché volevo far capire come si può creare un mondo immaginario più intrigante quando quello che c’è fuori è deprimente. Si può essere creativi, fare parodie di cose che tutti quelli di una certa generazione conoscono bene".
E i protagonisti di questa parodia sono tutti personaggi televisivi famosi degli anni Ottanta e Novanta.
"Esatto, parlo di tutti i miei miti d’infanzia e solo in termini entusiasti, sia chiaro. Raffaele Pisu, Gianfranco D’Angelo scomparso la scorsa estate, Ezio Greggio, Ambra Angiolini, Lorella Cuccarini Mike Bongiorno con la Barale, Iva Zanicchi e Carlo Pistarino. Tutti con la tuta da gara, attraversoi miei fotomontaggi. Le storie poi sono piene di parodie di fatti accaduti nel gossip world dell’epoca, che le persone riconosceranno e che uso ai fini della narrazione".