Bologna, il Galvani occupato va a lezione da Lodo Guenzi

Il leader della band ’Lo Stato sociale’ sale in cattedra nel liceo: "Crescete con la voglia di cambiare il mondo"

Lodo Guenzi in una classe del Galvani

Lodo Guenzi in una classe del Galvani

Bologna, 25 marzo 2022 -A primo impatto, sembra quasi una lezione come tante. Gli studenti, seduti in semicerchio in aula, rimangono attenti a tutto ciò che viene esposto, pronti a fare domande sui temi affrontati. Il ‘professore’, però, è un ospite speciale, che fin dal primo minuto si è spogliato delle vesti di maestro per sedersi accanto ai ragazzi e dare il via a un dialogo a più voci. E, soprattutto, alla pari. Si è presentato così ieri pomeriggio il frontman della band ‘Lo Stato Sociale’, Lodo Guenzi, durante la lezione che ha tenuto al liceo Galvani, attualmente occupato: nessun corso di storia, arte o italiano, ma un vero e proprio confronto con i giovani sull’adolescenza e su come la società circostante, attraverso gli occhi degli studenti, venga percepita. A partire dalle fragilità, fino a ai social e alle diversità.

"Non riesco a non avere empatia per chi soffre quando si sente discriminato. Quando io stesso ero un adolescente, regnava la competizione, il desiderio di vincere: se non ci riuscivi eri un disadattato. Al che ho capito che anche così si poteva vincere, ma in un’altra maniera – ha spiegato Lodo Guenzi agli studenti –. È vero che ultimamente si fa molta attenzione a non usare termini inopportuni, soprattutto in televisione o in pubblico, ma questo significa poco. Quando ci sono persone che ci fanno carezze ipocrite per farci sentire meno discriminati, facciamo attenzione a fidarci".

Ma non solo. "Rimane fondamentale, anche da un punto di vista formativo, dialogare anche con chi ha idee diverse dalle nostre e usa maniere dispregiative. Conosciamoli e non isoliamoli – continua Lodo –. Questo perché il mondo non può essere visto attraverso le categorie: bisogna cercare di creare una società con diritti e possibilità uguali per tutti. Ma soprattutto bisogna crescere con la voglia di cambiare il mondo".

Un invito a guardare al futuro, attraverso uno sguardo giovane sul mondo, ma soprattutto aperto. Così come aperto è stato il dialogo instaurato tra chi sedeva al di là della cattedra e i ragazzi in ascolto, puntualmente pronti a introdurre nuovi temi, domande e alimentare una lezione che si è dimostrata essere terreno fertile per un confronto diretto, ed attivo, sui tanti interrogativi di chi si trova tra i banchi. I quesiti degli studenti, infatti, non sono mancati: in un pomeriggio all’insegna della condivisione, la volontà di mettersi in gioco e mostrare le proprie ‘visioni sul mondo’ hanno dato il via a un dibattito partecipato.

«Credo che la prima cosa da fare sia uscire di casa e costruire una socialità che non sia filtrata da un mezzo che ti dà l’impressione di vedere il mondo quando invece, al contrario, ti consente di guardarlo come se fosse una vetrina di prodotti. Ciò che rimanere fondamentale è riuscire a fare rete, per realizzare un’identità collettiva. Si sta insieme per dove si vuole andare, per il mondo che si desidera costruire".

 

 

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