
La consigliera Zuntini: "L’attuale convenzione con la Bonifica Renana non prevede l’accesso da proprietà private per liberarla da fango e detriti. Ed è stata posizionata dopo maggio 2023, senza tenere conto dei rischi".
La manutenzione della griglia del Ravone non sarebbe stata realizzata a dovere. Questo perché l’accesso al sito in alcune parti è possibile solo attraverso proprietà private. Ipotesi, quella di bussare alla porta dei bolognesi, per ora non contemplata nella convenzione stipulata tra il Comune e la Bonifica Renana, che si occupa di gestire la griglia. È a tal proposito che continuano i confronti tra i tecnici dei due enti, nel tentativo di sottoscrivere quanto prima un nuovo accordo che tenga conto dell’esigenza di effettuare manutenzione più frequenti in aree non raggiungibili.
Un punto a favore, insomma, dei cittadini che da mesi sostengono l’idea di come la griglia non sia stata curata a dovere. E di come questo abbia provocato una sorta di ‘tappo’ a causa degli alberi e dei detriti che, con l’alluvione di ottobre, si sono accumulati, con la conseguenza che l’acqua avrebbe cominciato a fuoriuscire dal torrente in maniere incontrollata. Lo aveva raccontato il Carlino a fine dicembre, dopo le segnalazioni dei cittadini esasperati e preoccupati, che avevano fotografato l’intasamento provocato da fango e vegetazione.
È su tutte le furie Manuela Zuntini, consigliera comunale di Fratelli d’Italia, che parla di fatto di "un’ammissione di colpa" da parte di Palazzo d’Accursio.
"La manutenzione necessaria non è stata fatta e solo ora si sta modificando la convenzione con il Consorzio per consentire che sia ‘più frequente’, anche su parti posizionate in proprietà privata, e quindi ‘poco raggiungibili’ – sferza la meloniana –. Ci chiediamo quindi fino ad oggi quale manutenzione sia stata fatta e se sia stata adeguata. Ed è ancora più grave, come riportato nel Progetto esecutivo, la consapevolezza che gli interventi avrebbero migliorato il deflusso del Ravone nella parte in cui scorre a lato della strada comunale, mentre non si sarebbe risolto il problema del deflusso proprio dove il Ravone scorre in proprietà privata, cioè vicino alle abitazioni".
Il problema, quindi, sarebbe anche strutturale: "Più cerchiamo di approfondire cosa è stato fatto per mettere in sicurezza il Ravone e più troviamo elementi che evidenziano in modo inequivocabile le carenze di questa amministrazione – continua Zuntini –. Come già denunciato alla Procura della Repubblica, abbiamo rilevato che la griglia è stata progettata tra il 2022 e l’inizio del 2023, per essere posizionata nell’estate dello stesso anno senza valutare se fossero necessarie modifiche alla luce degli eventi eccezionali di maggio. Le risposte alle nostre interrogazioni evidenziano che era ‘tracimabile’ e il Comune lo sapeva: c’era un rischio di allagamento delle abitazioni vicine. Nonostante questo, i residenti non sono stati avvisati e non si è provveduto ad aggiornare il Piano della protezione civile comunale, ancora fermo al 2016".
"Era necessario modificare il manufatto di imbocco del tombinamento, allargandone la sezione – chiude Zuntini –, ma non è stato fatto, lasciando il maggiore rischio idraulico a ridosso delle case. Il sindaco Matteo Lepore e Lorenzo Cipriani (presidente del Porto-Saragozza, ndr) hanno deciso di organizzare incontri con la cittadinanza: ci auguriamo che in queste occasioni spieghino bene a chi ha avuto la casa distrutta e a chi ha persino rischiato la vita che cosa questa Giunta ha fatto e cosa non ha fatto per la sicurezza dei cittadini".