PAOLO ROSATO
Cronaca

Il viceministro Bignami: "Lepore, il Governo c’è. Ma chi è responsabile?"

Il viceministro Bignami chiede chiarezza sulle responsabilità dopo le alluvioni a Bologna. Il governo valuterà fondi per la ricostruzione. Polemiche sui cantieri del tram.

Il viceministro Bignami: "Lepore, il Governo c’è. Ma chi è responsabile?"

Bologna, 24 ottobre 2024 – "Un gruppo di lavoro propedeutico a una nuova mappa del rischio? E’ fondamentale scegliere le competenze giuste e le professionalità adeguate". Ma, soprattutto, bisogna "capire con chiarezza chi fa cosa". In più, dire "alle famiglie di andarsene dalle proprie case non può essere subito accettabile, deve essere l’extrema ratio". Ha le idee chiare Galeazzo Bignami (FdI), viceministro alle Infrastrutture e ai Trasporti del governo guidato da Giorgia Meloni, dopo le esternazioni sul Resto del Carlino del sindaco di Bologna, Matteo Lepore, che ha aperto il giro di vite sull’inagibilità delle case a rischio alluvione. Gli eventi dell’ultimo weekend hanno segnato profondamente Bologna e l’Emilia-Romagna, e Bignami in questi giorni sta facendo sopralluoghi ovunque. Anche in elicottero, a fari spenti.

I danni dopo il disastro dell'alluvione del 19 ottobre. Il viceministro Bignami chiede chiarezza sulle responsabilità
I danni dopo il disastro dell'alluvione del 19 ottobre. Il viceministro Bignami chiede chiarezza sulle responsabilità

Bignami, c’è troppa incertezza sulle responsabilità?

"Prima di tutto, bisogna avere i nomi e i cognomi di chi ha la responsabilità della manutenzione. Si deve partire da lì, dal capire se tutto quello che si doveva fare sia stato fatto e da chi. Poi, se proprio tutto era inevitabile, si può semmai iniziare a parlare di delocalizzazioni. Le persone con cui sto parlando in questi giorni sono esauste, sfiancate da quello che loro considerano immobilismo. Dire alle famiglie di andarsene da casa è pericoloso, non si può abusare della disponibilità dei cittadini".

Quindi per lei responsabilità specifiche non sono ascrivibili a nessuno in particolare?

"Si deve ancora capire con chiarezza chi doveva fare cosa. Puoi fare tutto, ma se non porti avanti la manutenzione dei fiumi e degli alvei quello che fai prima non serve a niente. Se tutto quello che è successo a Bologna e in regione è colpa della scarsa manutenzione vogliamo i nomi e i cognomi. Chi ha la responsabilità sulle opere idrauliche? Chi sulla pulizia degli alvei? Chi per la rimozione dei tronchi? I tavoli tecnici di cui parla Lepore non possono servire solo a contare dei danni. Come governo invochiamo un quadro di chiarezza dal maggio del 2023".

Chi deve sbloccare la realizzazione di nuove casse di laminazione e invasi?

"Le azioni puoi farle, ma a monte devi sapere quali sono le criticità. Ci sono torrenti come l’Idice che hanno rotto l’argine, nel 2019, 50 metri più a valle. Poi l’hanno rotto di nuovo 50 metri più giù. Abbiamo le aste dei fiumi completamente compromesse, in più punti, di chi è la responsabilità? Pure il reticolo dello Zena va completamente rivisto. Tutto il sistema sta insieme se ci sono gli adeguati interventi di messa in sicurezza. C’è chi non vuole dragare, chi non vuole tagliare i rami, chi non vuole il disalveo e togliere fango e detriti: sono tutte scelte politiche. Noi pensiamo vada fatto e bisogna fidarsi di chi vive i territori, non vederli come intrusi".

Lepore chiede fondi al governo per ripartire, si ipotizza un fabbisogno di oltre un miliardo di euro. Il governo quante risorse stanzierà?

"C’è già la richiesta di uno stato d’emergenza a cui si farà fronte, poi l’esecutivo stanzierà sicuramente le risorse necessarie quando i danni saranno quantificati. Ma chiedere collaborazione istituzionale, come fa Lepore, non può voler dire che non va capito cosa sia accaduto. Noi la collaborazione l’abbiamo data subito, anche sui fatti del 2023, ma dopo due settimane siamo stati attaccati. Vogliamo collaborare nell’interesse di Bologna e dei bolognesi, ma ci deve essere chiarezza nelle responsabilità dell’accaduto, perché non sono più fatti straordinari e la gente è stanca".

Venendo ai cantieri del tram in via Riva Reno a Bologna, l’effetto dello scoperchiamento forse connesso all’allagamento di quell’area è oggetto di polemiche. Una consigliera di FdI del quartiere Porto-Saragozza, Beatrice Rinaldi, denunciò pubblicamente le ‘carenze idrauliche’ di quel canale.

"Dispiace, anche questa volta, dire: l’avevamo detto. Quel canale del Reno è tombato da 70 anni e non è mai successo nulla. E dire che a tombarlo è stato il partito comunista nel Dopoguerra. Tremendo sentire dire, oggi, che per fortuna il canale è stato scoperchiato, altrimenti chissà cosa sarebbe successo. Peggio di così cosa doveva accadere? Ci devono dire con chiarezza se quel canale aperto è un problema o no. Lo avevamo chiesto. Non hanno mai risposto".

Chiedete le dimissioni del sindaco Lepore?

"Fratelli d’Italia a Bologna lo ha fatto, legittimamente. Un governo invece, e io parlo da viceministro, non può chiedere le dimissioni di un sindaco".

Infine Irene Priolo, la presidente della Regione facente funzione, è tornata a smentire la Corte dei Conti. ‘Risorse per i bacini fluviali impegnate al 100%’, ha ripetuto.

"Una difesa da campagna elettorale. Adesso magari qualcuno spunterà a dire che di rendiconti ne capisce più Irene Priolo della Corte dei Conti".