Interporto Bologna, licenziati via WhatsApp. "Buon anno, da oggi rimanete tutti a casa"

La notizia con un messaggio in chat il 31 dicembre a 90 facchini precari che lavoravano al magazzino Tnt/Fedex. L’ira dei Si Cobas

Protesta al magazzino Tnt dell’Interporto nello scorso novembre

Protesta al magazzino Tnt dell’Interporto nello scorso novembre

Bentivoglio (Bologna), 6 gennaio 2022 - Lasciati a casa con un messaggio su WhatsApp. Questa volta è toccato, l’ultimo giorno dell’anno, a oltre 90 operai, tutti con contratto a termine, al lavoro per Xbt Servizi e Logistica nel magazzino di Tnt/Fedex al blocco 3.2 dell’Interporto.  

A renderlo noto sono i Si Cobas, che definiscono Xbt "un’azienda di facciata della più conosciuta Zampieri Holding". "Buongiorno a tutti – si legge in un messaggio inviato alla chat di gruppo dal referente di Xbt – vi comunico che con oggi 31 Dicembre 2021 termina la nostra collaborazione così come i vostri contratti, anche il nostro contratto è terminato, purtroppo non è stato rinnovato, quindi il magazzino rimane chiuso questo a causa di tutte le vicende che conoscete bene e che hanno portato a questo risultato, errori fatti sicuramente da entrambe le parti. Nel mese di gennaio 2022 vi verrà corrisposto lo stipendio relativo al mese di Dicembre e tutto il resto. Vi auguro Buon Anno". Un augurio che suona davvero beffardo.  

Insomma, il magazzino ha chiuso i battenti il 31 dicembre e non ha più riaperto, lasciando a casa oltre 90 facchini in appalto: facchini precari, visto che le visure parlano di una quota di lavoratori a termine, nel secondo semestre 2021, del 99% (95 su 96, di fatto). Il messaggio manda su tutte le furie il sindacato di base, che nei mesi scorsi aveva protestato a suon di scioperi contro le condizioni di lavoro nell’hub.  

Al centro delle critiche, il fatto che tutti i lavoratori fossero a tempo determinato e la mancanza di formazione sulla sicurezza. Il momento di maggior tensione si era registrato la sera del 10 novembre, con un blitz davanti – e poi dentro – al magazzino per contestare le ferie forzate ‘inflitte’ a una trentina di lavoratori che avevano scioperato nelle settimane precedenti. Per i Si Cobas, riprendendo il WhatsApp incriminato, gli "errori" dell’azienda sono "lo sfruttamento, le irregolarità continue, la mancanza totale di sicurezza che in poco più di un mese aveva portato a quasi una decina di infortuni".  

Quelle dei lavoratori, invece, sarebbero "l’aver denunciato le irregolarità. Aver reso pubblico tutto ciò che accadeva nell’ennesimo luogo dello sfruttamento". Il sindacato ricorda anche le segnalazioni ad Ausl, Ispettorato del lavoro e Prefettura, che però non hanno portato a risultati: "Totalmente assente è stato l’intervento da parte di chi, invece, dovrebbe vigilare su illeciti e situazioni di irregolarità nella grande catena degli appalti e subappalti della logistica notturna all’Interporto". Duro attacco anche a Città metropolitana e Comune di Bologna, dopo che nei mesi scorsi il sindaco metropolitano Matteo Lepore ha promesso un cambio di marcia sulla logistica: "Cambiano le amministrazioni, cambiano le nomine, cambiano i toni e le promesse roboanti, si parla di logistica etica, ma la situazione all’Interporto resta la stessa", commenta il sindacalista Pietro De Marco.  

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