La petizione delle Acli: "Badanti, paghe detraibili. Siamo già a 142mila firme"

L’obiettivo è equiparare le spese per queste figure a quelle mediche essenziali. Diaco, presidente del Patronato: "Il governo venga incontro alle famiglie".

La petizione delle Acli: "Badanti, paghe detraibili. Siamo già a 142mila firme"

La petizione delle Acli: "Badanti, paghe detraibili. Siamo già a 142mila firme"

Sono sempre più numerose, al giorno d’oggi, le famiglie costrette a rivolgersi a figure professionali come colf, baby-sitter e badanti, i cui stipendi minimi sono in notevole aumento dall’inizio del 2023. Per dire, la retribuizione lorda per una badante può arrivare a 1.500 euro mensili. Per tale ragione, le Acli di Bologna hanno lanciato, un anno fa, una petizione per rendere più detraibili tali spese, equiparandole a quelle mediche essenziali. Le firme sono già 142mila, rendendo sempre più vicino l’obiettivo delle 150. Si tratta della petizione più votata in Emilia-Romagna durante lo scorso anno.

"Più di 46mila persone si sono rivolte ai nostri uffici di Bologna e Provincia", spiega Simone Zucca, Direttore del Caf Acli di Bologna, "di cui più di 20mila soltanto all’interno del Comune. Di loro, circa il 4 per cento ha portato poi in deduzione queste spese". Le detrazioni e deduzioni previste al giorno d’oggi, sono, tuttavia, spesso insufficienti, così l’assistenza domestica per le famiglie medie si sta trasformando in un vero e proprio lusso. Da qui, l’obiettivo di concedere la detraibilità al 19% di tutto l’importo speso. "Si tratta di una petizione di buonsenso – continua Zucca – con misure che siano strutturali, non una tantum".

Dal 2021 al 2024, un datore di lavoro paga circa 3mila euro in più all’anno, come racconta Carolina Ciccarelli, direttrice del Patronato Acli della città. L’aumento dei costi è rilevante, motivo per cui la petizione si configura in primis come una lotta al lavoro nero, ma anche alla cultura dello scarto. L’idea è garantire il diritto di una terza età vissuta dignitosamente, se possibile al proprio domicilio.

Al giorno d’oggi, molti anziani sono costretti a vendere la propria abitazione per sostenere il costo dell’assistenza. Si tratta di immobili che, così facendo, non saranno disponibili alle nuove generazioni della famiglia, creando una situazione di cortocircuito.

"Questo è uno dei temi che la politica ha messo da parte, ma l’attenzione c’è e viene dal basso. Speriamo che il governo possa venire incontro alle esigenze di queste famiglie e di questi soggetti, che spesso vivono nella solitudine e nella vulnerabilità", dice Filippo Diaco, presidente del patronato Acli di Bologna. La petizione si trova sul sito Change.org, con il titolo "Deducibilità spese per assistenza alla persona in Italia". Per sottoscriverla basta un click.

Tania Montanari

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