La strage continua: 38 morti, mai così tanti

Ma la speranza arriva dalle sperimentazioni. Viale (Sant’Orsola): "Presto al via trial su anticorpi monoclonali e terapie per pazienti non gravi"

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di Federica Orlandi

Il giorno più nero di tutti. Il Covid-19 ancora una volta si è accanito su Bologna, falciando nel suo spietato passaggio 38 persone. Vite spezzate, ciascuna con la propria storia, qui ricordate purtroppo soltanto assieme ai numeri. Prima di questo giorno, l’amaro record lo deteneva il 3 aprile scorso, con 31 vittime. Se si contano anche i tre decessi di cittadini imolesi, si arriva a dieci in più.

Se ne sono andate 21 donne tra i 52 e i 98 anni, e 17 uomini, i più giovani due cinquantenni, gli altri, tra i 60 e i 99 anni. Un giorno tragico, causato da questa pandemia, che non si placherà mai troppo presto. Per quanto riguarda i contagi, Bologna conta 300 nuovi casi (118 con sintomi), 42 da focolai familiari. E la Regione ha fornito alle aziende di logistica dell’Interporto 6mila test antigenici rapidi.

Ed è proprio alla fine della pandemia che ora guardano tutti, con gli esperti in prima linea.

Tra questi c’è il professor Pierluigi Viale, primario di Malattie infettive all’ospedale Sant’Orsola e in questi giorni coordinatore scientifico del XIX congresso nazionale della Società italiana di Malattie infettive e tropicali, una quattro giorni (partecipatissima e via web) il cui focus principale non può che essere quello della lotta al Covid.

"E a Bologna siamo allo stremo – attacca il professor Viale –. I contagi sono stabili, l’Rt un poco sotto all’uno, ma non riusciamo a dare una vera ’spallata’ alla curva. Gli ospedali non possono più reggere, tenendo tutte le altre attività aperte. Servono divieti rigidi, anche per Natale, perché è evidente che i suggerimenti ’con le buone’ non vengono colti. E i sanitari non ce la fanno più". Il convegno, che si è aperto non con la solita cerimonia in pompa magna, ma con il commovente video sul virus che vede protagonisti i sanitari del Sant’Orsola, girato sul web qualche tempo fa, ha avviato i lavori analizzando il quadro epidemiologico italiano. In cui si è evidenziato anche come la maggiore mortalità da Covid rispetto agli altri Paesi europei dipenda solo da un diverso metodo di conteggio. Gli interventi si sono susseguiti poi affrontando anche i temi più caldi di queste ore: i vaccini e le sperimentazioni che partiranno all’inizio del prossimo anno. E che coinvolgeranno anche Bologna. Partirà infatti nei primissimi mesi dell’anno la sperimentazione sugli anticorpi monoclonali e il Sant’Orsola è già stato reclutato; mentre si è chiuso in questi giorni lo studio sul plasma ("è fatto con un rigore metodologico maggiore rispetto agli altri fatti all’estero: i nostri risultati saranno decisivi"), di cui resta solo da analizzare i dati.

E c’è una nuova, urgente sfida: "Trovare farmaci per i pazienti ambulatoriali, non gravi – prosegue l’infettivologo –. I trial, che si avvieranno presto, guarderanno ad almeno tre ambiti: monoclonali, antivirali e immuno-stimolatori". Stop invece ai test sul vaccino Oxford-Astrazeneca per ragioni etiche, dato l’imminente avvio della campagna vaccinale per tutti. "I vaccini funzionano – chiarisce Viale –. Prevengono la malattia. Ma eliminano l’infezione? Ancora non si sa. Avremo meno casi gravi e meno morti, certo, ma non è detto che potremo dire addio alle regole". Anche perché per vaccinare "l’80% della popolazione ci vorranno mesi e mesi".

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