ANGELA CARUSONE
Cronaca

Soda caustica nel latte? “Difficile da individuare senza analisi mirate”

L’esperto Alessandro Fantini: “Le leggi sono molto rigide e i controlli nella filiera sono tanti, ai consumatori dico: i prodotti lattiero caseari italiani sono sicuri”

Inchiesta sul latte, parla l'esperto Massimo Fantini

Inchiesta sul latte, parla l'esperto Massimo Fantini

Pesaro, 29 aprile 2024 – Quali sono i controlli sulla filiera del latte? E’ possibile raggirali o adulterare il prodotto? L’inchiesta della Procura di Pesaro sull’azienda Fattorie Marchigiane - controllata del gruppo Tre Valli Cooperlat di Colli al Metauro, nel Pesarese - dove i Nas hanno sequestrato circa 90 tonnellate di latte, 110 tonnellate di prodotti lattiero caseari insieme a 2,5 tonnellate di sostante sofisticanti tra soda caustica e acqua ossigenata ha acceso i riflettori sulla produzione e distribuzione del prodotto. Ne abbiamo parlato con Alessandro Fantini, medico veterinario specializzato in Dairy Production Medicine (medicina della produzione lattiero casearia) e consulente privato di allevamenti di bovini da latte e stabilimenti di produzione.

Focus: La gola profonda che ha dato il via alle indagini

Fantini, nella conservazione del latte o produzione di prodotti lattiero caseari l’uso di soda caustica o acqua ossigenata cosa comporta?

"Soda caustica così come acqua ossigenata sono sostanze totalmente illegali, non possono essere utilizzate nel campo in alcun modo. Dal momento in cui il latte viene munto e consegnato all’acquirente ne è vietata per legge qualsiasi manipolazione. E’ doveroso sottolineare che il latte è un alimento le cui qualità si alterano con facilità, e mi riferisco a batteri o altri elementi naturali che ne alterano la qualità rendendolo ad esempio acido, ed è per questo che è un prodotto super controllato non solo in Italia, ma in tutta Europa. Le leggi in materia sono rigidissime”.

Se inserite in prodotti alimentari a che livelli possono nuocere alla salute?

"Ribadisco che sono due sostanze vietatissime. In ogni caso possono nuocere a dosaggi elevati”.

Ma a cosa servono le due sostanze?

"Se facciamo riferimento all’inchiesta della Procura di Pesaro non posso esprimermi nello specifico perché non conosco la natura dei fatti. Posso solo ipotizzare che se mai fossero state usate potrebbe essere stato per contrastare l’acidità del latte e permetterne una lunga conservazione. Il latte però, nel momento in cui viene portato in un caseificio viene pastorizzato, quindi subisce un trattamento termico che serve per la sua lavorazione: fare un trattamento con queste due sostanze con l’obiettivo di ridurre la carica batterica è veramente molto strano. Non se ne comprende bene la motivazione ma saranno ovviamente le indagini a stabilire, nel caso, se e cosa è successo”.

Se il latte fosse manipolato le analisi lo scoprirebbero?

"Tecnicamente si, ma nel caso in cui venisse usata soda caustica o acqua ossigenata sarebbe un po' più difficile perché sono due sostanze che al loro interno contengono sodio e ossigeno che sono, consentitemi il termine, naturali. Questo rende la loro ricerca un po' più complessa, soprattutto se le analisi non sono mirate”.

Quali sono i controlli realizzati nelle aziende?

"Sono tanti. Possono essere ispezioni di verifica igiene degli ambienti o delle strumentazioni, verifiche di autorizzazioni e attestati, controlli qualità, analisi del prodotto, controllo della filiera e bilancio di massa. Quest’ultimo è importantissimo per le autorità come Nas o Guardia di Finanza perché fa riferimento a tutte le bolle di ingresso e se c’è qualcosa che non va gli organi di controllo se ne accorgono subito. I controlli partono dalla produzione e arrivano fino alla distribuzione. In base alla mia esperienza posso dire che il latte, così come tutti i suoi derivati, sono prodotti sicuri perché allevatori e produttori devono seguire regole rigidissime e i controlli vengono effettuati regolarmente. Sono veramente rari i casi di truffe o alterazioni perché è un alimento alla base dell’alimentazione dell’uomo e destinato, ad esempio, anche all’infanzia”.