"Le moschee sono luoghi sicuri Il vero pericolo corre sul Web"

"I luoghi di culto sono presidi sul territorio. La radicalizzazione di solito. avviene su Internet"

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Paura, stupore, sgomento: è il clima che si respira all’interno della comunità islamica di Bologna all’indomani degli attentati di Vienna, costati la vita a quattro persone. E mentre l’Europa ripiomba nell’incubo del radicalismo islamico, i musulmani della nostra città lanciano il loro grido di dissenso. A raccoglierlo è Yassine Lafram, presidente dell’UCOII (Unione delle comunità e organizzazioni islamiche in Italia). Lafram condanna fermamente gli "imprenditori del terrore", Lafram, e assicura: "Le nostre moschee sono luoghi di prevenzione. Il vero pericolo è sul web".

Presidente Lafram, dopo l’ennesima ondata di terrore che ha travolto l’Europa, Bologna può dirsi un luogo sicuro?

"Mi sento di affermare che le nostre moschee costituiscono dei presidi sul territorio per evitare che una mente malata possa indottrinare qualche giovane smarrito. I luoghi di culto hanno un ruolo fondamentale in termini di prevenzione e in quanto presidente dell’Ucoii posso assicurare che i nostri imam non si risparmieranno nel condannare chi semina odio. Detto ciò, è chiaro che non si può mai avere la certezza di essere del tutto al sicuro perché i cattivi maestri spesso non agiscono nelle moschee, ma sul Web. È lì che la maggior parte dei giovani terroristi si radicalizza, è lì che si celano le peggiori insidie".

Quali sono state le prime reazioni agli attentati di Vienna da parte della comunità islamica bolognese?

"La reazione immediata è stata di grande paura, confusione e dolore. Quello che è successo ci lascia senza parole, siamo profondamente indignati per il fatto che degli esseri umani utilizzino la nostra fede per commettere simili abomini. Per il momento, fatichiamo ad analizzare queste notizie perché siamo increduli e profondamente addolorati. Posso dire che, in queste ore, il commento che prevale è:

‘com’è possibile che gente che si dice musulmana si sporchi le mani di sangue?’.

Ha già parlato con l’arcivescovo di Bologna? E se sì, cosa vi siete detti?

"Con il cardinale Zuppi, c’è un dialogo costante che continua nel tempo. Ci sentiamo spesso per condannare tutte le mistificazioni della fede, compresi gli attentati di Vienna, ma anche di Parigi e di Nizza. Ci stiamo anche impegnando per la creazione di nuovi percorsi di dialogo per i fedeli. Per combattere gli imprenditori del terrore, che arrivano a casa nostra seminando

odio, è necessario creare risposte all’insegna della tolleranza e del rispetto reciproco".

Maria Elena Gottarelli

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