Maddalena Crippa: "Faccio vivere Meg con una fedeltà assoluta ad Harol Pinter"

Da domani al Duse la pièce ’Il compleanno’, con la regia di Peter Stein. "L’atmosfera qui cambia continuamente"

Maddalena Crippa: "Faccio vivere Meg  con una fedeltà assoluta ad Harol Pinter"

Maddalena Crippa: "Faccio vivere Meg con una fedeltà assoluta ad Harol Pinter"

"Ci ricordiamo di cose che potrebbero non essere mai successe", scriveva Harold Pinter. Le sue sono ‘commedie dell’assurdo’, perché partono da situazioni apparentemente innocue per poi sfociare nell’inverosimile. ‘Il compleanno’, capolavoro del drammaturgo premio Nobel 2005 per la letteratura, arriva al Teatro Duse, da domani a domenica. Regia di Peter Stein, con Maddalena Crippa nel ruolo di Mec Alessandro Averone in quello di Stanley Webber, il festeggiato, ospite della pensione gestita da Meg e da suo marito Petey (Fernando Maraghini). La quotidianità dei tre s’incrina quando arrivano due strani visitatori: il distinto Goldberg (Gianluigi Fogacci) e il ruvido McCann (Alessandro Sampaoli). Completa il cast Elisa Scatigno nel ruolo Lulu.

Maddalena Crippa, è vero che la sua sarà una Meg ‘lombarda’?

"Meg è un’anziana ‘tonta’, perché succede di tutto e lei non si accorge di niente. Quindi sì, le ho dato un accento lombardo, un colore. Per il resto avrà i colori che voleva Harold Pinter. È un’edizione che ha una fedeltà a Pinter molto rara di questi tempi".

Che lavoro è stato fatto da Peter Stein?

"Stein ha una capacità incredibile di lavorare al servizio dell’autore, facendolo brillare. Approfondendolo in modo davvero rispettoso e con la voglia di riscoprire la grande arte di Pinter, che era un attore prima di tutto. Non viene tagliato niente dell’originale, c’è un rispetto assoluto anche nella traduzione (di Alessandra Serra, ndr). La lingua inglese è così: scarna e diretta. Una lingua quotidiana, ma non ‘sporcata’ dal naturalismo. Pinter usa botta e risposta molto brevi, sono quasi una sfida per gli attori: richiedono molta attenzione".

‘Devozione’ assoluta all’autore, insomma…

"Se facciamo Pinter, bisogna che venga fuori Pinter. Oggi forse non arriverebbero due individui a zittire Stanley. Due che lo piegano a un’omologazione totale. Ma anche noi siamo dei consumatori ridotti al silenzio, forse più del protagonista de ‘Il compleanno’. Ed è pazzesco che questo aspetto Pinter lo abbia visto già più di sessant’anni fa".

Cosa le piace di questa ‘commedia della minaccia’?

"Che Pinter non sia né consolatorio né catartico. Non spiega tutto. Crea un’atmosfera che cambia continuamente. C’è la minaccia e c’è il voltarsi sempre dall’altra parte. In questa rappresentazione poi io sono un elemento dell’ensemble, saremo in sei in scena. Tutti avevamo già lavorato con Peter e voglia di realizzare quanto chiesto dal regista. E, alla fine, è questa la magia del teatro: quando ci mette in relazione".

Amalia Apicella

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