Matteo Incerti: la favola del soldato Martin diventa un libro

A dicembre trovò i tre fratelli della foto: il giornalista Incerti, ospite della nostra newsletter, racconta la sua storia. Da domani incontri con i fratelli e Adler, in collegamento

Matteo Incerti

Matteo Incerti

Castel San Pietro (Bologna), 10 giugno 2021 - Quella foto del soldato americano con i tre bambini durante l’ultima guerra ha fatto il giro del mondo. E ora torna a casa, con i suoi protagonisti. Dall’incredibile vicenda di Martin Adler – che dopo 76 anni dalla Florida lanciò l’appello per trovare quei piccoli salvati sull’Appennino nel 1944 e ancora così vivi nella sua memoria – è nato infatti il libro del giornalista Matteo Incerti, che quella storia raccolse in Rete, dando il via alla ricerca.

Nel giro di poco, i tre risposero: erano i fratelli Bruno, Giuliana e Mafalda Naldi, residenti a Castel San Pietro. I Bambini del soldato Martin (Corsiero), ricco di foto e disegni di Martin, uscirà il 17 giugno, ma sarà anticipato da diversi appuntamenti, alla presenza di Incerti, dei Naldi e, in collegamento, con l’energico Adler. Che, vaccinato, a settembre sogna di tornare in Italia.

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Si parte domani, da Castel San Pietro: alle 21 all’Arena comunale con il sindaco Fausto Tinti (per prenotare www.prolococastelsanpietroterme.it). Sabato si passa per Bologna, in via Dozza, al Museo Memoriale della Libertà (alle 14.30, con mostra delle foto di Martin), mentre alle 21, a Monterenzio, nel parco del Museo Archeologico Fantini tornano i protagonisti (e sempre la mostra itinerante) con il sindaco Ivan Mantovani e Antonio Gottarelli dove si parlerà dei legami della favola di Adler con il territorio.

Domenica 13, infine, alle 14 parte la camminata di 3 ore dal B&b La Calvanella sui luoghi del libro (podere.calvanella@gmail.com). Fra le pagine viene ricostruita la campagna italiana di Martin, ebreo del Bronx, autore di un toccante capitolo finale. "La mia storia è solo una piccola arca – scrive–. Nasce delle mie fotografie, dai miei disegni e dei miei ricordi di una vita vissuta sempre cercando di aiutare gli altri". Incerti, come hai lavorato alla ricostruzione dei fatti? "Attraverso i brevi appunti di Adler scritti negli anni e tenuti nascosti per decenni, le memorie raccolte dalla figlia Rachelle e con un dialogo diretto da Natale in poi. La parte personale è stata suffragata dai diari del 339° Reggimento della 85esima Divisione". Emergono siparietti divertenti, ‘quotidiani’: una vendemmia improvvisata in Toscana, il suo flirtare con le donne... "Sono i momenti di vita e amore nell’inferno del conflitto, gli unici che Martin ricorda con piacere. Era ebreo e ha subìto episodi di antisemitismo anche nell’esercito statunitense. Grazie ai suoi bellissimi disegni e agli scatti con una 35millimetri, siamo riusciti a localizzare i momenti più sereni di quella esperienza. Ci sono foto di tanti altri bambini presenti nella sua ‘marcia’ lungo l’Italia. La favola si ripeterà?". Poi seguiamo Martin nella sua vita dopo la guerra, negli Usa. "Soffrì di ‘stress post traumatico’ e decise di aiutare il prossimo. Prima nell’assistenza sociale ai veterani, poi come direttore di un centro di salute mentale, poi come direttore dell’Istituto Keller per sordociechi". Dopo i tre bambini, ci sono state altre scoperte? "Abbiamo ritrovato le figlie di John Bronsky, il soldato che era con Martin e tantissime persone hanno scritto per i loro cari. In un capitolo sono narrate alcune storie. Inoltre, molti tesori etrusco-celtici di Monterenzio sono emersi grazie proprio alle bombe della 85° Divisione di Martin su Monte Bibele". La storia è stata amatissima, cosa l’ha colpita di più? "Il segreto della condivisione , dell’aiutarsi. Infatti abbiamo deciso di devolvere una parte dei diritti a un progetto di tutela ambientale e a uno di educazione, in Campania. Dove iniziò e finì la sua guerra".

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