Passaporti rapidi e più sicurezza. Asse tra questura e aziende sanitarie

"Rilascio dei documenti più facile per il personale medico". E arriva un sistema di allerta anti aggressioni

Passaporti rapidi e più sicurezza. Asse tra questura e aziende sanitarie

Passaporti rapidi e più sicurezza. Asse tra questura e aziende sanitarie

"Questo accordo rappresenta un segnale concreto e di vicinanza a tutto il mondo sanitario". Esordisce così il questore Antonio Sbordone, durante la firma del protocollo d’intesa tra la questura e le aziende sanitarie della città, per agevolare le procedure di rilascio passaporti per il personale degli enti sanitari dal 2 maggio. Sono venti gli appuntamenti a settimana in ogni azienda in cui il sanitario dovrà richiedere il passaporto attraverso la polizia amministrativa, che prenderà in carico l’istanza e consegnerà poi il documento al richiedente in ospedale, affinché l’operatore passi dalla polizia solo per il riconoscimento delle impronte. Sbordone, però, annuncia che la polizia sta lavorando a un sistema di allerta rapida in caso di aggressione al personale, che colleghi il reparto o il pronto soccorso direttamente alla centrale operativa della polizia.

"I nostri uffici di polizia non coprono le 24 ore e non possono coprirle, la fascia serale-notturna, però, va affrontata maggiormente". E qui il questore chiede pene più severe a livello nazionale in caso di attacco al personale medico. "Auspico un ulteriore intervento restrittivo, perché sono odiose le aggressioni nei confronti di figure professionali come i sanitari, gli insegnanti e tutti coloro che si spendono per la comunità".

Un accordo che serve perché gli spostamenti all’estero per motivi di ricerca sono frequenti nella comunità sanitaria. Insomma, questo "aiuto è un segnale di cura nei loro confronti. Un modo per evidenziare le loro capacità di ricerca", racconta Chiara Gibertoni, direttore generale del Policlinico Sant’Orsola (Azienda ospedaliero universitaria). Ringrazia anche Paolo Bordon, direttore generale dell’Ausl: "Un atto di collaborazione che riconosce una priorità al personale medico per andare all’estero a effettuare convegni o aggiornamenti". Come dice il direttore generale dell’Istituto ortopedico Rizzoli Anselmo Campagna, è "un’iniziativa che distingue il lavoro quotidiano di chi opera nella sanità".

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