"Ponte di San Ruffillo? Altri rischi oltre il parapetto"

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Al ponte di San Ruffillo "non basta il ripristino del parapetto, che è soltanto un lifting su una struttura che avrebbe bisogno di ben altre attenzioni". Callisto Valmori, del Comitato di via Toscana, ha nel cassetto un reportage fotografico che illustra "una situazione di scarsa, in alcuni casi assente manutenzione".

Fra i problemi rilevati dal comitato "nel corso di numerosi sopralluoghi" – precedenti allo sfondamento del parapetto causato dell’incidente in cui perse la vita Edera Rossi, il 17 dicembre dell’anno scorso – Valmori cita, allegando fotografie, "intonaco scoppiato in più punti, fenditure in cui crescono cespugli, buchi. E mattoni delle arcate ormai neri, imbevuti d’acqua, perché la mancanza di caditoie fa sgrondare l’acqua piovana lungo le fiancate del ponte".

Valmori auspica che, approfittando del cantiere aperto per il ripristino del parapetto, "si faccia un monitoraggio accurato di tutta la struttura del ponte, per verificarne anche la tenuta strutturale".

Il Comitato di via Toscana segnala da anni al Comune la necessità di una sorta di check-up total body per il ponte di San Ruffillo, su cui una società incaricata dal Comune fa un report semestrale.

"Dai vari assessori che si sono succeduti negli anni non abbiamo avuto risposte tecniche. Solo generiche rassicurazioni. Ma lo stato di degrado del ponte è sotto gli occhi di tutti", avverte Valmori.

Il caso è finito anche in consiglio comunale. Matteo Di Benedetto (Lega) e Nicola Stanzani (Forza Italia), hanno posto l’accento proprio sullo stato di salute generale del ponte: "Chiederemo ulteriori verifiche sullo stato dell’infrastruttura. Un passaggio che riteniamo necessario e a beneficio di tutti".

l. o.

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