Psicologi a Suviana, l’esperta spiega come si aiutano le persone in completo stato di choc: le tecniche

La dottoressa Gabriella Gallo dell’Ausl di Bologna coordina il delicato lavoro per il sostegno ai parenti delle vittime e dei feriti: “Il team subito attivo per dar loro supporto emotivo”. Colti da malore i lavoratori della centrale che hanno supportato le ricerche dei dispersi

Bologna, 12 aprile 2024 – La tragedia dentro la tragedia. E’ quella dei familiari delle vittime e dei feriti della strage di Suviana. E dei parenti dei dispersi: l'ultima speranza di ritrovare i loro cari ancora vivi è stata spenta dal recupero dei corpi e così l’ansia si è tramutata in strazio. Per loro è stata dedicata un'area riservata, una parte del cortile davanti alla centrale idroelettrica. 

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Il lavoro alla centrale di Suviana; nel riquadro la dottoressa Gallo che coordina il team di psicologi
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La dottoressa Gallo: “Si cerca di aiutare nella respirazione”

“Già da mercoledì mattina un team di psicologi si è attivato per dare loro supporto emotivo”, come spiegato da Gabriella Gallo, direttore dell’unità operativa Psicologia dell’Ausl di Bologna, che ha coordinato il lavoro dei professionisti intervenuti sul luogo dell’esplosione della centrale Enel a Bargi, dove sette operai sono morti e altre cinque sono rimaste ferite.

Tecnicamente come si riesce ad aiutare persone in completo stato di choc dopo aver appreso che il proprio familiare è morto? Lo spiega la dottoressa Gallo. “Sono necessari colleghi che si siano formati attraverso la scuola di specializzazione e, soprattutto abbiamo una formazione specifica sulle situazioni di emergenza, come appunto è stata quella di Suviana. Le tecniche sono tante. Solo per fare qualche esempio si cerca di aiutare nella respirazione, se lo sguardo è perso nel vuoto lo si focalizza sullo psicologo e si cerca di aiutare a razionalizzare l’informazione ricevuta”.

Malore per due lavoratori dell’impianto

Uno shock emotivo fortissimo anche per gli altri lavoratori dell’impianto: due di loro, che in questi giorni hanno supportato il lavoro dei soccorritori attraverso la grande conoscenza della centrale, dopo il ritrovamento del corpo del quarto dei dispersi, si sono sentiti male e sono stati portati via in ambulanza.

L’ansia di chi attendeva notizie dei propri cari

Uno stato surreale quello vissuto da chi aspettava notizie sin dall’inizio. Qualcuno – riferiscono da Suviana – non si è mosso per giorni, non si è alzato dalla sedia, non ha toccato cibo. E gli psicologi, messi a disposizione dalla Protezione civile e dalla Regione Emilia-Romagna, hanno cercato di dare una parola di conforto ai familiari per provare a stemperare la tensione dell’attesa che si faceva più pesante di ora in ora. 

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L’apprensione per i familiari dei feriti

E poi c’è l’apprensione anche per i familiari dei lavoratori feriti: quattro ricoverati in diversi ospedali e dei quali tre in condizioni molto critiche.

Del resto, come spiega Stefano Merelli, direttore della Chirurgia plastica e Centro ustioni dell'ospedale di Parma, dove è ricoverato uno dei feriti gravi, in casi come questi, di ustioni più o meno estese e profonde, è impossibile dare tempistiche sullo scioglimento della prognosi. Troppi sono i fattori che possono complicare il quadro clinico. E anche una volta sciolta la prognosi, per il paziente si apre un complesso percorso terapeutico fatto di innesti, interventi, cicatrici da correggere, fisioterapia e sedute di psicologia. 

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