Morti nell'esplosione di Suviana: chi erano le vittime

Ecco i nomi degli operai che hanno perso la vita dopo che una turbina è andata a fuoco, a 40 metri di profondità sotto il livello del lago a Bargi

Bologna, 12 aprile 2024 – Come si temeva, nonostante la speranza di ritrovare vivi i quattro operai dispersi, è salito a 7 il tragico bilancio dell’infernale esplosione nella centrale idroelettrica del lago di Suviana, sull’Appennino bolognese.

Le notizie in diretta del 12 aprile

Dopo lunghe ed estenuanti ricerche nei piani interrati della centrale di Bargi (una frazione del comune di Camugnano), sono stati trovati i corpi dei quattro dispersi che mancavano all’appello dopo che martedì 9 aprile, nel primo pomeriggio, una turbina della centrale è esplosa al piano -8, ovvero a 40 metri di profondità sotto il livello del lago.

L’esplosione ha dunque provocato la morte di sei operai, il grave ferimento di altri cinque e il crollo del solaio nel piano sottostante il -9 con conseguente allagamento dei locali.

Proprio lì (e al piano -9), infatti, l’ultimo disperso è stato trovato grazie alle ricerche effettuate con imponenti manovre da parte di numerose squadre dei vigili del fuoco. Anche se non c’è un’identificazione ufficiale dovrebbe trattarsi Vincenzo Garzillo, 68 anni di Napoli, l’ultimo uomo che mancava all’appello.

Le vittime accertate dopo l'esplosione di Suviana. In alto da sinistra Paolo Casiraghi, Adriano Scandellari e Angelo Cotugno. Sotto Vincenzo Franchina, Vincenzo Garzillo e Alessandro D'Andrea. Sul lato a destra Pavel Petronel Tanase
Le vittime accertate dopo l'esplosione di Suviana. In alto da sinistra Paolo Casiraghi, Adriano Scandellari e Angelo Cotugno. Sotto Vincenzo Franchina, Vincenzo Garzillo e Alessandro D'Andrea. Sul lato a destra Pavel Petronel Tanase

Chi sono le vittime

Oggi sono stati ritrovati i corpi dei quattro uomini, che non si riuscivano a trovare in queste lunghe ore di attesa e forsennata ricerca. Il primo morto identificato nella mattinata di ieri è stato Adriano Scandellari, 57 anni, padovano e residente a Ponte San Nicolò (Padova). Era un lavoratore specializzato di Enel Green Power nella funzione di O&M Hydro. Era stato insignito da poco con la stella al merito per il lavoro dal capo dello Stato, Sergio Mattarella. La moglie si è recata a Bargi.

La seconda vittima recuperata poco dopo è stata Paolo Casiraghi, milanese di 59 anni, che era dipendente della ditta Abb. Tecnico specializzato con tanta esperienza e una vita fatta di viaggi per lavoro, passata nella zona nord di Milano, fra Niguarda e Bicocca, con la passione per l'Inter.

Poi nella serata di ieri il terzo corpo, quello di Alessandro D'Andrea, il più giovane, 37 anni, originario di Forcoli (frazione di Palaia in provincia di Pisa), tecnico specializzato con numerose esperienze anche all'estero, lavorava per la Voith di Cinisello Balsamo (Milano).

Infine questa mattina è stato ritrovato il corpo di Vincenzo Garzillo (in realtà non c’è ancora l’identificazione ufficiale), napoletano di 68 anni, dipendente di Lab Engineering, era a Suviana come consulente esterno. In pensione da un anno, con un profilo professionale alto, esperto nella riattivazione dei macchinari di centrali idroelettriche.

Le altre vittime sono i tre operai, trovati il giorno stesso dell’esplosione. Sono stati recuperati e identificati dopo che le acque del lago sono entrate nella centrale, allagando gli spazi.

Si tratta di Pavel Petronel Tanase, 45 anni, romeno ma residente nel Torinese e padre di due gemelli di 14 anni. Mario Pisani, tarantino di 64 anni, ex dipendente Enel e probabilmente impegnato come consulente data la sua grande esperienza in termini di impiantistica. Lascia la moglie, i figli (Fabio, Matteo e Valentina) e i cinque nipotini. Poi Vincenzo Franchina, messinese che avrebbe compiuto 36 anni tra un mese; viveva a Genova con la moglie Enza, sposata da poco più di un anno e papà da soli tre mesi.

Questi ultimi tre erano tecnici trasfertisti – appartenenti a una ditta esterna alla Enel Green Power – che avevano lasciato le loro case per venire a lavorare sulla sponda del lago di Suviana.

Sono dunque sette le vittime in totale di questa che si prospetta essere una delle più grandi tragedie sul lavoro degli ultimi tempi in regione, ma anche a livello nazionale. Si contano anche cinque feriti gravi e tre illesi. 

Dove è avvenuta l’esplosione

L’esplosione della turbina è avvenuta nella più potente centrale idroelettrica dell’Emilia Romagna, quella di Bargi. La centrale, costruita e gestita dall’Ente Nazionale per l’Energia Elettrica (Enel), si trova tra i laghi artificiali di Suviana e del Brasimone e turbina e ripompa l’acqua tra i due bacini. È una centrale a pozzo, cioè costruita a strati sotto terra, ed è stata inserita nel piano di riaccensione della rete nazionale. In caso di blackout è in grado di erogare la sua massima potenza nel giro di 4 minuti. 

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