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Riccardo Pazzaglia con i suoi burattini
Bologna, 13 maggio 2021 - È al Maggiore e risponde al telefono dalla Medicina riabilitativa: la voce è del burattinaio Riccardo Pazzaglia, 41 anni, negativo al Covid da due settimane, ma ancora alle prese con la fisioterapia alla quale partecipano anche Brighella e Pantalone.
Come sta? "Adesso va molto meglio. Mi sono ammalato a metà marzo, avevo febbre alta e tosse. Dopo il tampone positivo ho avuto un peggioramento tanto da chiamare il 118".
Dove è stato ricoverato? "A Bentivoglio, nella terapia intensiva. Mi hanno tenuto in coma farmacologico, intubato, per 21 giorni. Ricordo solo una serie di visioni dove vedevo persone per me importanti e anche mia nonna scomparsa da tempo. In queste visioni c’erano i burattini da recuperare. Era come un film in cui li inseguivo".
Poi finalmente il risveglio. La prima sensazione? "Di totale spaesamento: dovevo capire se ero ancora nelle visioni o nella realtà. Nel dormiveglia ho sentito la voce di mia madre e poi la visita di una cara amica, Raffaella Danielli, che mi ha portato un burattino creato da suo padre Romano, mi ha fatto capire che ero vivo".
La ripresa è stata veloce? "Purtroppo non riuscivo a rimettermi in piedi. E dopo una settimana sono stato trasferito al Maggiore per la riabilitazione".
E qui con lei sono entrati anche altri burattini? "Sì. Mi sono fatto portare i miei burattini, ma di una misura più piccola del normale, per poter iniziare ad animarli riabilitando la funzione delle braccia. Sono sketch che faccio con la supervisione dei fantastici e professionali fisioterapisti".
È riuscito a mettere in scena un mini spettacolo? "Ci sto provando, ma è ancora molto difficile per me tenere le braccia in alto e anche stare sulle gambe. Comunque, ora mi fanno compagnia anche Balanzone, Fagiolino, Sganapino e la vecchia Pulidora. Durante la rassegna estiva ’Burattini a Bologna con Wolfango’ nel cortile d’onore di Palazzo d’Accursio vorrei organizzare una serata dedicata al personale sanitario dei reparti di Bentivoglio e del Maggiore in cui sono stato curato. La grande impresa sarà sorreggere il testone di Sandrone, il più pesante di tutti...".