Rumore, a Bologna nuove regole per cantieri, dehors e manifestazioni

I paletti riguardano nello specifico lo svolgimento di attività temporanee. Multe fino a 20mila euro in caso di sforamento dei livelli acustici. I criteri adottati sotto le Due Torri seguono i modelli regionali

Un cantiere a Bologna (archivio)

Un cantiere a Bologna (archivio)

Bologna, 1 maggio 2023 – Ci sono i dehors – sì, stupitevi se vedete suonare dal vivo tra sedie e tavolini: non si può –, ci sono le manifestazioni (anche rilevanti, anche musicali) e ci sono ovviamente anche i cantieri nel regolamento nuovo di zecca, sarà storicamente il primo, che regolerà il rumore temporaneo sotto le Torri.

Nuovi paletti, nuove pastoie. Come recita la delibera che sta finendo il giro nei Quartieri per poi approdare in giunta (verosimilmente il 9 maggio, per poi andare in commissione e, infine, essere approvata dal Consiglio comunale), il nuovo regolamento comunale "definisce la disciplina per il rilascio delle autorizzazioni comunali, in deroga ai limiti fissati dalla classificazione acustica, per lo svolgimento di attività temporanee e di manifestazioni in luogo pubblico e per spettacoli a carattere temporaneo, ovvero mobile, qualora comportino l’impiego di sorgenti sonore o effettuino operazioni rumorose".

Bologna di fatto decide, così, di combattere una volta per tutte l’inquinamento acustico, proprio in avvio della grande stagione dei cantieri che vede nei ‘front-runner’ il tram e il Passante.

Vietate le lavorazioni cantieristiche notturne (il range orario sarebbe 7-20), ma i diversi paletti sono equilibrati da alcune possibilità di deroga.

"Ai cantieri esterni e interni è concessa deroga agli adempimenti amministrativi previsti dal presente regolamento nei casi documentabili di: necessità di ripristino urgente dell’erogazione dei servizi di pubblica utilità (linee telefoniche ed elettriche, condotte fognarie, reti di acqua e gas, ecc.); situazione di pericolo per l’incolumità della popolazione".

Nel mirino, come detto, anche le manifestazioni. Ma ovviamente chi organizzerà potrà chiedere delle occasioni di sforamento. "Per ogni singolo sito è concesso un numero massimo di deroghe, pari a 5 giorni nell’anno solare di riferimento". L’organizzatore si dovrà far carico, nei casi e con le modalità descritte nel regolamento, anche "di eseguire dei monitoraggi acustici".

Capitolo dehors. Il divieto di suonare all’aperto, tra i tavolini e tra i turisti, è già in vigore. E non sempre viene rispettato. "Nei dehors, così come definiti e disciplinati dal ‘regolamento dell’occupazione di suolo pubblico per spazi all’aperto annessi ai locali di pubblico esercizio di somministrazione’, non sono consentiti trattenimenti musicali e/o diffusione sonora". Insomma, lo stop viene ribadito.

Infine le sanzioni, salatissime. "I livelli sonori prodotti dall’attività temporanea non devono superare i valori limite fissati nel presente regolamento" e se mancano i titoli abilitativi, l’attività "è punita con la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da 516 a 5.164 euro", mentre per "la violazione degli orari autorizzati e dei valori di rumorosità autorizzati l’attività "è punita con la sanzione amministrativa da 500 a 20mila euro".

La scelta di intervenire con una regolamentazione del rumore temporaneo prende le mosse da alcuni input regionali, quindi nessun abbassamento o innalzamento dei modelli, le regole sono quelle per tutti in Emilia-Romagna.

L’ultimo input è la deliberazione della giunta regionale n. 1197 del 21 settembre 2020, che fissa i "criteri per la disciplina delle attività rumorose temporanee, in deroga ai limiti acustici normativi".

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