Sci, i mondiali ’dimenticati’ rivivono in un film

Da Cortina alle Torri: la proiezione della pellicola del 1941, restaurata da Home Movies, sull’evento poi annullato a causa della guerra

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di Benedetta Cucci

L’importanza degli archivi: mantenere viva la storia, soprattutto quelle storie che potrebbero andare perdute e volutamente dimenticate, perché scomode. Come la memoria dei Campionati mondiali di sci alpino del 1941 a Cortina, che non furono un semplice evento sportivo: vennero infatti utilizzati dalle potenze dell’Asse, come forma di propaganda, per costruire un nuovo ordine sportivo mondiale. E cinque anni dopo, nel 1946, vennero annullati a causa del contesto in cui si svolsero. Questo pezzo di storia che forse non tutti conoscono è visibile 80 anni dopo grazie alla salvaguardia di un archivio conservato dalla bolognese Home Movies e, questa sera alle 18, verrà mostrato alla Sala Refettorio dell’ex chiesa di San Mattia (in via Sant’Isaia 20), in un film inedito e a colori del 1941 – ritrovato e restaurato da Home Movies – realizzato da Ernesto Costantino Roggero, pilota e cineasta amatoriale le cui riprese sono entrate nell’archivio genovese dei fratelli Chierici, donato all’archivio nazionale dei film di famiglia bolognese.

Memoryscapes. I mondiali dimenticati è il titolo della serata commentata da Nicola Sbetti, storico dello sport che racconterà come, attraverso la celebrazione di un evento sportivo del genere, si volesse innalzare sul podio mondiale il successo militare, legittimando nuove conquiste e rassicurando la popolazione rispetto alla guerra. E dire che alcuni degli sciatori ripresi poco dopo morirono in guerra.

All’Italia andarono due medaglie d’oro, una di queste per lo slalom femminile, vinta dalla giovane campionessa italiana Celina Seghi (nata nel 1920 e tuttora vivente), a cui sono dedicate diverse sequenze. Per ironia della sorte questo, che le fu tolto, fu l’unico Oro vinto dall’atleta.

"Questo film girato in 16 mm è stato ritrovato all’interno del fondo Fratelli Chierici di Genova – racconta Paolo Simoni di Home Movies –. Un fondo a noi donato, che racchiude esperienze legate alla produzione del Cineguf e a quelle dei Cineclub dopo la guerra, dagli anni Venti ai Cinquanta e questo lavoro non si sa per quale ragione sia finito in archivio, probabilmente lo aiutarono a realizzarlo e ora costituisce una testimonianza preziosa".

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