Siccità Po, la 'secca' fa paura anche a Bologna: "Allerta per l’agricoltura"

Quasi tutta l’acqua distribuita dalla Bonifica renana viene dal Grande fiume Solmi: "Finora nessun problema di approvvigionamento. Ma non abbiamo riserve"

Nel riquadro, Michele Solmi, area Agraria del Consorzio della bonifica renana

Nel riquadro, Michele Solmi, area Agraria del Consorzio della bonifica renana

Bologna, 17 giugno 2022 - Il Po in secca "preoccupa" i tecnici del Consorzio della bonifica renana. Che distribuisce in media 70-80 milioni di metri cubi di acqua di superficie l’anno per l’irrigazione di 17.000 ettari di terreni agricoli. In un comprensorio che copre tutta l’area della Città metropolitana e qualche altra provincia con oltre mille chilometri di canali irrigui. "L’allarme siccità ci preoccupa perché la stragrande maggioranza dell’acqua distribuita attraverso il Canale emiliano-romagnolo viene proprio dal Po", spiega Michele Solmi, area Agraria del Consorzio. "Siamo in fase di allerta, operativi 24 ore su 24".

Qual è, da noi, la situazione?

"Allo stato attuale non abbiamo problemi di fornitura irrigua. Il Canale funziona a pieno regime. Ma il nodo vero è che siamo estremamente dipendenti dal Po".

Che cosa potrebbe accadere?

"Se la situazione continuasse a peggiorare nelle prossime settimane potremmo avere ripercussioni molto importanti".

Nello scenario peggiore?

"Se nel Po non ci fosse più acqua , se cioè arrivasse a livelli tali de non consentire prelievi, si interromperebbe la fornitura d’acqua del Canale emiliano-romagnolo. Avremmo quindi l’arresto della stagione irrigua fin giù a Rimini".

Che autonomia avreste?

"Poca. Uno o due giorni. Tanto durerebbe la riserva d’acqua nei nostri canali, che durante la stagione irrigua sono tenuti pieni. Ma hanno una portata ridotta".

Che previsioni fate?

"Teniamo la situazione monitorata ora per ora. Adesso il nostro timore riguarda i livelli idrometrici dei grandi laghi, già in situazione di allerta".

Siamo già nel pieno della stagione agricola?

"Non abbiamo ancora toccato il picco di richieste d’acqua. Non siamo cioè nella fase critica per le idroesigenze dei nostri utenti. Ci arriveremo fra un paio di settimane, nel mese di luglio".

Quali sono le colture che hanno bisogno di più acqua?

"Gli alberi da frutto. E le orticole, come mais, patate, cipolle".

Come siete riusciti fin qui a non ridurre le forniture?

"Stiamo mettendo in pratica strategie rodate negli ultimi anni di siccità, per non creare contraccolpi all’attività degli agricoltori".

Di cosa si tratta?

"Parliamo di turnazioni nei distretti a richiesta più elevata. Distribuiamo l’acqua agli agricoltori in modo ottimizzato, in momenti differenti, per evitare picchi. E in altre zone ottimizziamo i consumi".

 

 

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