Sondaggio su Bologna a 30 all’ora: al primo round vincono i no

Più di 3.400 partecipanti al nostro sondaggio. E chi vuole può anche offrire dei suggerimenti

Bologna, 20 gennaio 2024 – “A ’sto punto andiamo tutti a cavallo". Macché, "la Città 30 è un rivoluzione di civiltà". I nuovi limiti di velocità sono riusciti nell’impresa impossibile di oscurare anche i malanni della povera torre Garisenda (lo scorso ottobre si scoprì che era a rischio crollo), in un match tra favorevoli e contrari che ormai sta toccando i livelli di un derby.

Bologna 30: il risultato del nostro sondaggio
Bologna 30: il risultato del nostro sondaggio

Basta farsi un giro in centro, bersi un caffè al bar, chiacchierare con qualche amico vis-à-vis o sui social per rendersi conto che i nuovi limiti a 30 all’ora decisi dal sindaco Matteo Lepore hanno ormai colonizzato ogni argomento di conversazione. E il primo multato della Città 30, l’orefice Sergio Baldazzi, per aver sfrecciato (si fa per dire) a 39 chilometri orari, è ormai diventato una star.

Critiche e suggerimenti dei nostri lettori

A dimostrare l’interesse dei bolognesi per il tema è il sondaggio lanciato da il Resto del Carlino tra coupon cartacei arrivati in redazione con i pareri favorevoli e contrari alla Città 30 e migliaia di interazioni sul sito online, oltre ai tantissimi interventi degli utenti sui canali social del giornale.

A fronte di 3.477 partecipanti al sondaggio, 2.744 hanno bocciato la rivoluzione della lentezza voluta dal sindaco, mentre solo una sparuta minoranza di 733 persone ‘sposa’ i nuovi limiti.

In percentuale, il 79 per cento dice no e solo il 21 per cento approva. Tra i votanti, il 63 per cento è uomo, il 33 per cento è donna, il 3 per cento non risponde e l’1 per cento è non binario, mentre la fascia d’età che più ha partecipato alla nostra indagine è quella fra i 55 e i 64 anni. Segue, di poco, chi ha più di 65 anni e a seguire le fasce 45-54 anni, 35-44 e 25-34 anni.

Chi ha deciso di dare qualche consiglio per migliorare il provvedimento chiede di tornare al passato, ai vecchi limiti dei 50 chilometri orari o di lasciare i 30 all’ora soltanto in centro o nelle zone sensibili, come le scuole. C’è anche chi chiede più controlli – e telelaser – per i pirati che sfrecciano davvero a velocità elevata e chi, esasperato, la butta sull’ironia: "Lepore vada a piedi".

Di certo, se le elezioni fossero domani, il primo cittadino potrebbe non dormire sonni tranquilli, visto che sono in diversi a chiedere non solo un cambio di passo sulla viabilità, ma pure un nuovo sindaco. Ma attenzione: c’è tempo per abituarsi, dice l’enclave pro Bologna 30, ricordando come nelle altre città europee, da Parigi a Bruxelles, guidare con lentezza è una regola. "La Città 30 è un modo per rendere la città più sicura per gli utenti deboli della strada", dice qualcuno. Per altri, invece, come il lettore che si definisce padre-ciclista, "è un bellissimo regalo".

Al contrario la maggior parte del popolo contro i 30 piccona i ritardi dei bus e, sui taxi, adombra il rischio di tariffe monstre allungando i tempi del percorso: "Così rischiamo di diventare un bancomat".

I commenti sulle pagine social del Carlino la buttano in ridere: "Tanto vale girare a cavallo". Del resto, invita un lettore, provate a salite su un autobus: "Vi sembrerà di stare in gita o in processione". Tenta un approccio radicale, invece, un altro ‘navigante’: "A 30 chilometri orari ci vado in bici, a ’sto punto trasformate le strade in piste ciclabili e via. Se vado ai 30 l’auto mi si spegne...".

Alla fine, come in tutti i dibattiti che si rispettano, arriva chi fa sintesi: "Bolognesi contrari. Fuorisede, bohémien e gente che a Bologna non ci abita a favore".

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