Ex Staveco, firmato l’accordo a Roma. Nasce la cittadella giudiziaria

Protocollo d’intesa al Ministero della Giustizia. Il trasferimento degli uffici consentirà un risparmio di 5 milioni l’anno di affitti. Ma il tribunale: "La carenza di spazi c'è adesso, ci serve l'ex Maternità"

L’ex Staveco, dove nascerà la cittadella giudiziaria di Bologna (Foto Schicchi)

L’ex Staveco, dove nascerà la cittadella giudiziaria di Bologna (Foto Schicchi)

Bologna, 23 gennaio 2018 - Gli uffici giudiziari di Bologna, la cui situazione allocativa era da tempo all’attenzione del ministero della Giustizia, troveranno la loro nuova sede nel complesso di proprietà dello Stato denominato ‘ex caserma STA.VE.CO’.

È quanto prevede il protocollo d’intesa siglato questa mattina presso il Dicastero di Via Arenula, dal ministro della Giustizia Andrea Orlando, dal direttore Generale dell’Agenzia del Demanio Roberto Reggi, dal sindaco di Bologna Virginio Merola, dal presidente della Corte d’Appello di Bologna Giuseppe Colonna, dal Procuratore generale di Bologna Ignazio De Francisi e dal provveditore Interregionale OO.PP Lombardia- Emilia Romagna Pietro Baratono.

Il progetto di trasferimento degli uffici giudiziari di Bologna nell’area dell’’ex Caserma STA.VE.CO.’ punta a sanare la situazione di criticità logistica attualmente esistente e risponde alla necessità di aderire al piano di razionalizzazione dei beni immobili utilizzato dalle amministrazioni dello Stato.

La posizione del complesso immobiliare e i circa 40mila mq di superficie e gli edifici esistenti, dichiarati di particolare interesse storico dal Ministero per i Beni e le attività Culturali, permetteranno la formazione di una ‘cittadella giudiziaria’ diffusa e integrata nel centro storico di Bologna capace di garantire un concreto e visibile miglioramento dei servizi erogati ai cittadini. L’operazione consentirà di riqualificare un importante compendio immobiliare pubblico, nonché il contesto urbano in cui lo stesso si inserisce.

Inoltre, il rilascio da parte degli uffici giudiziari di Bologna degli immobili attualmente occupati in locazione, non solo consentirà a magistrati, personale amministrativo e avvocati di svolgere la propria attività in un ambiente migliore, ma permetterà un notevole abbattimento della spesa corrente connessa ai diversi contratti di locazione passiva, ad oggi pari a circa 5 milioni di euro annui. L’accordo, infine, mira al potenziamento della presenza dello stato e delle istituzioni democratiche sul territorio.

IL TRIBUNALE - Il Tribunale di Bologna "prende atto con soddisfazione della stipula del protocollo per la realizzazione della nuova cittadella giudiziaria nell'area Staveco", avvenuta oggi a Roma, ma sottolinea che "tale soddisfazione non è piena, perché non vi è ancora certezza di una risposta immediata all'insostenibile carenza di spazi". Ecco perché da Palazzo Legnani Pizzardi si rilancia, in una nota, la proposta di "dare corso al contratto stipulato oltre tre anni fa per la realizzazione del Polo penale nell'edificio dell'ex Maternità" di via D'Azeglio.

Le premesse, in ogni caso, sembrano buone, visto che il ministro della Giustizia Andrea Orlando "oggi ha promesso che dopo l'impegno per la destinazione dell'area Staveco a nuova sede del Tribunale si affronteranno i problemi della fase transitoria". Fase che, ribadiscono dal Tribunale, "può essere affrontata solo trasferendo all'ex Maternità il Tribunale penale e il Tribunale di sorveglianza", soluzione che tra l'altro "non comporterebbe l'aggiunta di un contratto di affitto", ma permetterebbe di sostituire due contratti del costo complessivo di circa 700.000 euro con un solo contratto che dovrebbe costare 630.000 euro, con un risparmio di circa 70.000 euro a fronte di oltre 2.000 metri quadrati in piu' di spazio".

Per questo il Tribunale "ha insistito perché la questione sia immediatamente affrontata dall'attuale amministrazione, perché la sola ipotesi di una risoluzione del contratto per l'ex Maternità è un pericolo mortale". Tuttavia, si legge nella nota, anche se "la stipula del protocollo è segno di una politica condivisibile portata avanti dall'amministrazione della giustizia il futuro è incerto, perché non è detto che le attuali politiche saranno condivise dalla prossima amministrazione".

Una soluzione transitoria, fanno sapere dal Tribunale, è  comunque indispensabile, perché "il continuo lavorìo per recuperare spazi" a Palazzo Legnani-Pizzardi "ha fatto sì che la crisi logistica del Tribunale sia sotto gli occhi di tutti, con udienze che non si riesce a celebrare e l'utenza accolta in modo inadeguato e mortificante".

Per queste ragioni dal Tribunale si ribadisce che il protocollo firmato oggi "per la realizzazione nel più breve tempo possibile della cittadella giudiziaria nell'area Staveco non può prescindere dall'adozione di soluzioni transitorie". Un'esigenza che, comunque, sembra "essere stata compresa dal ministro e dalla direzione ministeriale", tant'è vero che "è stato detto che la firma del protocollo comporta l'analisi delle soluzioni necessarie per la fase transitoria, e ci è stato assicurato un cronoprogramma dei lavori in modo da prospettare alla proprietà la prevedibile durata dell'affitto".

Ovviamente, visto che "la durata dei lavori non può essere fissata in termini perentori, è necessario- conclude la nota- che il Tribunale possa contare, nei prossimi 5-10 anni, su una sistemazione efficiente, nel tempo necessario alla realizzazione del miglior progetto possibile per il nuovo Palazzo di giustizia".  

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro