Ecco la falla di Suviana: la paratia non si chiude. Presto in campo i sommozzatori

L’acqua del lago entra nella centrale di Bargi poiché un battente è rimasto bloccato dopo l’esplosione. C’è una leva di sicurezza da usare: toccherà ai pompieri attivarla manualmente, immergendosi tra pochi giorni

Bologna, 20 aprile 2024 – L’acqua, nella centrale idroelettrica di Bargi a Camugnano, non fa che salire, da quando c’è stato l’incidente costato la vita a sette lavoratori. Sono passati undici giorni da quel drammatico 9 aprile, ma a lungo i tecnici non sono riusciti a capire dove si trovasse la falla. L’acqua, nel frattempo, ha raggiunto il piano -7, dopo essersi presa pian piano tutti quelli dal -10 al -8.

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Ora però ecco che finalmente è stato svelato il vulnus. Si tratterebbe di due distinti ingressi, ma uno è sotto controllo, quello cioè legato all’afflusso della vicina fonte sorgiva. Prima regolato dalle idrovore interne alla centrale, ora non lo è più poiché queste sono andate fuori servizio nell’incidente; ma una valvola può comunque regolarlo. Diverso il discorso circa una paratia mobile che divide l’impianto dal lago. E che è rimasta leggermente aperta dopo l’esplosione. È da lì che continua a filtrare all’interno l’acqua del bacino di Suviana, il cui livello, pur lentamente, cresce. Questa paratia è solitamente azionata da un interruttore, guastatosi nel disastro.

Suviana, il nodo della falla: toccherà ai sommozzatori sbloccare la paratia
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Un modo per azionare la chiusura manualmente, comunque, c’è. Solo che la ’leva’ è sommersa, insieme con tutto il piano in cui si trova. Tocca ai sommozzatori dei vigili del fuoco andarla ad azionare. Per farlo però devono attendere che il livello dell’acqua sia tale da garantire la loro completa sicurezza: deve perciò aggirarsi tra gli 80 centimetri e il metro più in basso rispetto a quello del lago. Dopo di che, i pompieri potranno scendere fino al sistema di sicurezza analogico e attivarlo a mano, per sigillare finalmente il sito interessato. Questo livello ’di sicurezza’ è atteso per i primi di maggio, per la precisione tra il 4 e il 5. Dopo di che, via libera all’attività di svuotamento dei piani allagati, qualsiasi metodo Enel Green Power deciderà di adottare per farlo.

Nel frattempo, non resta che attendere che i tecnici incaricati dall’azienda titolare della centrale sciolgano la riserva sul modo migliore in cui procedere a tal fine. Le idrovore che devono pompare l’acqua fuori dall’impianto attualmente sono ferme, mentre stanno continuando a lavorare i macchinari destinati a prelevare e isolare gli oli fuoriusciti dopo lo scoppio.

Rendere agibile la centrale è la priorità, adesso: prima succederà e prima potranno iniziare i sopralluoghi degli inquirenti per fare luce sulle cause della tragedia avvenuta più di dieci giorni fa. E prima si potrà restituire a Bargi il suo lago, e la sua centrale idroelettrica.

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