
Il fango che ha sepolto la frazione nella notte fra il 19 e 20 ottobre
Primo appuntamento, stamattina sul sagrato della chiesa di Cristo Re alle Tombe, per la comunità degli alluvionati di Lavino di Mezzo. La frazione sul confine tra Zola ed Anzola che ha subito pesanti danni a causa dell’esondazione e della rottura dell’argine del torrente Lavino, avvenuta nella notte tra il 19 e il 20 ottobre. A distanza di un mese la situazione si è in qualche modo normalizzata per le oltre 150 famiglie che hanno ricevuto pesanti danni per l’allagamento di cantine, garage, tavernette e abitazioni.
I grandi cumuli di masserizie sono stati sgomberati, così come sono state rottamate auto, moto e biciclette sommerse dall’ondata di acqua e fango fuoriuscita dal torrente e che ha invaso campi, case sparse, ma soprattutto il comparto residenziale tra via Masini, Matteotti e Guido Rossa. Famiglie relativamente sollevate dalla notizia della veloce riparazione della rottura dell’argine ma per niente tranquille sull’efficacia di un’arginatura che in quella notte ha registrato anche esondazioni o ‘sormonti’ in almeno altri tre punti. Di questi ed altri aspetti si parlerà nell’assemblea pubblica in programma martedì nel centro civico di Lavino di Mezzo. Mentre oggi negli spazi della parrocchia di via Masini si svolge la prima delle iniziative di autofinanziamento e di incontro con un mercatino di dolci, torte, biscotti fatti in casa da devolvere ai danneggiati dall’alluvione. "E sabato prossimo continueremo con una salsicciata solidale con musica dal vivo, anche per consolidare i legami tra le persone che hanno subito tanti danni, ma anche tra i tanti che ci hanno aiutato, come gli agricoltori della zona, la protezione civile del Friuli, i giovani che sono venuti a spalare fango, i vicini, i rappresentanti delle istituzioni", spiega Jessica Raimondi, una delle organizzatrici.
g. m.