CLAUDIO CUMANI
Cronaca

Tre percorsi nell’arte seguendo i fili di Arcangeli

Dalla Pinacoteca a MAMbo e al Museo Morandi, le affinità dei ’Tramandi’. Lo studioso legava artisti lontani anche secoli: la sua lezione ancora attuale.

Tre percorsi nell’arte seguendo i fili di Arcangeli

Tre percorsi nell’arte seguendo i fili di Arcangeli

C’era una parola più importante delle altre per Francesco Arcangeli e quella era ‘tramandi’. Perché quel termine racchiudeva tutta la sua visione critica ed era il filo nascosto che gli consentiva di legare artisti diversi nel tempo e nello spazio (per dire, Mondrian e Piero della Francesca), facendo ritrovare ai suoi allievi denominatori comuni e affinità di visioni. E dunque non poteva che intitolarsi ‘Tramando’ l’articolato progetto (curato da Lorenzo Balbi e Maria Luisa Pacelli) che Pinacoteca, Museo Morandi e MAMbo dedicano da oggi al 6 gennaio all’illustre storico e critico dell’arte a cinquant’anni dalla sua morte.

Di fatto si tratta di un viaggio nelle tre collezioni che interessa opere e artisti amati e studiati dall’ultimo degli Arcangeli (Nino, Gaetani e Bianca erano più grandi di lui), ovvero di tre percorsi che riflettono appunto la sua idea di continuità fra arte del passato e del presente. Accanto alle opere selezionate alcune didascalie con testi poetici dello studioso approfondiscono il senso dell’operazione. L’iniziativa rientra, come sottolinea la direttrice dei musei civici Eva Degl’Innocenti, in quel sistema museale integrato metropolitano che in questo caso assume particolare valore: Arcangeli, allievo di Roberto Longhi, lavorò infatti in Pinacoteca accanto a personalità straordinarie come Cesare Gnudi e Andrea Emiliani ma diresse anche per un decennio, dal 1958 al 1968, la Galleria d’arte moderna.

Vediamo il progetto nei dettagli, allora. In Pinacoteca (dove si terranno anche gruppi di lettura e conferenze sul tema) sono state individuate 17 opere realizzate nel corso di otto secoli accumunate da un’inconscia affinità nella visione del mondo. Con un tratto comune: i nove artisti segnalati (si va da Vitale da Bologna a Morandi passando per Amico Aspertini, Ludovico Carracci e Crespi) sono tutti ‘in rivolta’ contro le sovrastrutture intellettuali e accademiche del loro tempo. Queste sono opere che il critico scelse per quella storica mostra ‘Natura ed espressione dell’arte bolognese ed emiliana’ tenuta all’Archiginnasio nell’autunno 1970 che riassumeva gli studi e le ricerche di una vita. Dunque, una profonda connessione fra arte e natura, come sottolinea Pacelli, curatrice del percorso con la collaborazione di Grazia Agostini. Le parole di Arcangeli in questo caso sono tratte dal catalogo di quella lontana esposizione.

A MAMbo, invece, si potranno vedere tre delle tante acquisizioni (ne darà conto una prossima mostra nella Project Room) effettuate dall’allora direttore per la Gam: si tratta di un’opera di Burri, di una matita su carta di Klimt e di un olio di Titina Maselli. Per tutte la datazione è dei secondi anni ‘60. Lorenza Selleri e Uliana Zanetti sono altresì le curatrici, per dirla con Balbi, della ‘visita guidata impossibile attraverso le parole di Arcangeli’ all’interno del Museo Morandi. Come si sa, i rapporti fra il critico e il maestro (di cui quest’anno ricorrono i 60 anni della morte) si guastarono irrimediabilmente a causa di una monografia che l’artistà non apprezzò. Il percorso all’interno del museo propone sei dipinti e quattordici acqueforti accompagnati da commenti e interpretazioni tratte dagli scritti dello studioso. Una prosa poetica che ancora apre nuovi sguardi. A proposito di Morandi, presto saranno esposte otto incisioni da lui donate in forma anonima alla Gam nel 1961.