La psicologa Maria Rita Parsi: "Troppi suicidi infantili. Allarme contagio emotivo"

"Quattro ragazzini si sono uccisi nell’ultimo mese. Telefoni e social possono essere devastanti, serve una cultura del virtuale"

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"Nell’ultimo mese siamo arrivati già a quattro suicidi infantili, un segnale allarmante che non può essere sottovalutato". La tragedia di San Donato non è certamente passata inosservata a Maria Rita Parsi, psicologa, scrittrice e componente dell’Osservatorio nazionale per l’infanzia e l’adolescenza.

Professoressa, cosa sta succedendo?

"L’ho detto più volte: dopo il Covid 19, dobbiamo prepararci a combattere il Covid 20, ovvero il contagio emotivo soprattutto dei nostri poveri ragazzi. I più a rischio? Gli ipersensibili, i maggiormente intelligenti, coloro con particolari difficoltà a socializzare".

La morte della 12enne può essere legata a questo?

"I motivi potrebbero essere innumerevoli, potrebbe essere stata bullizzata o presa di mira, c’è un’indagine e lo chiarirà. Questi ragazzi hanno enorme difficoltà di raccontare a casa o a scuola le loro difficoltà".

Ma a 12 anni come si può pensare di togliersi la vita?

"L’età è una delle più difficili, rappresenta il passaggio tra la pre-adolescenza e l’adolescenza. I ragazzi si aspettano accoglienza e ascolto, spesso purtroppo vengono ignorati e si tengono tutto dentro. E vivono in quel mondo virtuale che è piombato nel mondo reale senza regole".

Attraverso l’abuso di cellulari e social...

"Smanettano sul web in maniera pazzesca, ore e ore. Si cibano di filmano assurdi, di violenze, sesso, abusi. Questo può diventare devastante. Poi due anni di lockdown e un anno scolastico in dad non hanno aiutato ma peggiorato le cose".

Quello che manca è una cultura del virtuale?

"Esattamente. Dobbiamo educare all’uso virtuoso del cellulare, del tablet, dei social".

Una via d’uscita esiste o siamo a un punto di non ritorno?

"Dopo ogni gravissima crisi, esiste una ripresa. Dobbiamo utilizzare gli strumenti con la testa e famiglie, scuola e istituzioni devono fare la propria parte. Il telefonino non deve essere alternativo al contatto umano, gli adulti diano esempi concreti. Non si può cenare messaggiando continuamente o guardando video. Cosa diamo ai nostri figli?".

Oggi Bologna piange una 12enne suicida, l’estate scorsa la quindicenne Chiara Gualzetti, uccisa da un coetaneo. Crescere oggi è davvero così difficile?

"Un esempio: un ragazzino accende la tv e vede sparare, accoltellare, torturare, una continuazione di atti violenti che nella sua testa rischiano di diventare normali. Poi il meccanismo del suicidio infantile che sta diventando sempre più allarmante con minori che si chiedono che senza ha vivere. Dobbiamo tornare a fornire valori e modelli veri, altrimenti sì saremo a un punto di non ritorno".

Nicola Bianchi

 

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