Stefano Bonaga: "Umiliare l’essere umano è sempre abominevole. Così si rafforza la destra"

Sfregio al premier a Bologna, il dibattito

Stefano Bonaga

Stefano Bonaga

"Qualunque comportamento che induca umiliazione dell’essere umano è abominevole". È netto il filosofo Stefano Bonaga, protagonista di mille battaglie a sinistra, nel commentare la protesta dei collettivi universitari che hanno appeso il manichino con le sembianze di Giorgia Meloni a testa in giù.

Professore, la sua è una condanna da sinistra?

"Qualunque battaglia radicale e giusta non deve mai contemplare l’umiliazione dell’avversario. Puoi disprezzare l’idea, ma non la persona. Piazzale Loreto, quando appesero a testa in giù non solo Mussolini ma anche la sua amante Claretta Petacci, da un punto di vista etico è stato disdicevole. E tragico. Anche per un comunista. I ragazzi giustamente disprezzano l’idea stessa del fascismo, ma se anche fosse incarnato in una persona, c’è un limite".

Giusto definire questo clima d’odio una coda del ’77?

"Assolutamente no. In comune con il ’77 c’è la ribellione al potere sia dal punto di vista simbolico che reale. Ma quella stagione era un’altra cosa. L’allora sindaco del Pci, Renato Zangheri, mandò a quel paese tutto il movimento senza riuscire a distinguere tra pars construens e pars destruens col rischio di deriva brigatista".

Si può parlare, oggi, in riferimento al mondo antagonista che c’è in città, di ’brodo di coltura’ dell’estremismo?

"Vedo una crescente insofferenza della popolazione a vari livelli, legata a ragioni economiche, alla mancanza di lavoro e all’irrilevanza politica dei partiti, basti pensare al Pd che è ormai un taxi senza tassisti... Ma nonostante il disagio, non credo si possa arrivare alla lotta armata".

Scontri tra estrema sinistra ed estrema destra, però, li vede possibili?

"Il rischio delle piazze c’è da tempo, ma non vedo uno scontro dove si fronteggiano da una parte i fascisti e dall’altra gli estremisti di sinistra. C’è disperazione, ma al massimo si arriverà a scontri tra polizia e manifestanti".

Perché a Bologna proliferano le frange estremiste?

"C’è l’università, il disagio abitativo... Intendiamoci, io ho anche rapporti con alcuni centri sociali e credo che sia giusto che i giovani si mobilitino. A Roma, all’Università La Sapienza, gli studenti hanno segnalato che non erano d’accordo con delle idee, politiche, che francamente abbiamo visto applicare con il ridicolo decreto anti-rave, ma soprattutto con la selezione dei migranti, un’umiliazione inaudita. Per questo è insopportabile il manichino a testa in giù".

Crede che così si rafforzi la destra?

"Se umili Meloni in quel modo dai ragione all’avversario che umilia i migranti".

Le amministrazioni della città sono state troppo tolleranti?

"A volte sono state tolleranti, altre volte no. I problemi sono la povertà, il caro bollette, la crisi degli alloggi. Il conflitto è costitutivo di ogni società. Ma, si sa, ci sono frange, come il Cua, che sono sempre state sopra le righe".

 

 

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