DONATELLA BARBETTA
Cronaca

Vaiolo delle scimmie, primo caso in città

Positivo un cileno di 35 anni proveniente da Madrid: si è presentato al Pronto soccorso del Sant’Orsola. Ricoverato in buone condizioni

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di Donatella Barbetta

Identificato sotto le Due Torri il primo caso di vaiolo delle scimmie in un cileno di 35 anni arrivato da Madrid. Sale così a nove il numero totale dei casi confermati nel nostro Paese.

"Ieri sera (mercoledì, ndr) è stato riscontrato il primo caso di vaiolo delle scimmie in Emilia-Romagna. Si tratta di un uomo che ora è ricoverato al Sant’Orsola, dove è isolato – spiega Giuseppe Diegoli, responsabile regionale della prevenzione collettiva e della sanità pubblica a fine mattinata –. Le sue condizioni sono buone e stabili ed è in corso l’indagine epidemiologica per sapere i suoi contatti. Nessun allarmismo".

Più tardi la nota ufficiale di viale Aldo Moro in cui si ricostruisce la storia del paziente, che si è presentato al Pronto soccorso del Sant’Orsola, risultato positivo al Monkeypox virus, "malattia benigna, regredisce spontaneamente in 2-4 settimane".

La Regione riferisce che "l’uomo ha alloggiato a Madrid all’inizio di maggio; con ogni probabilità è lì che è stato contagiato: a metterlo in allerta, infatti, è stata la notizia che in un locale, in cui era stato, erano stati segnalati più casi positivi e per questo motivo il locale era successivamente stato chiuso. Prima di arrivare in Italia, lo scorso 24 maggio, ha viaggiato in Germania".

Nel corso della visita "il paziente ha mostrato di essere in buone condizioni di salute, presentando un numero limitato di vescicole cutanee, alcune delle quali sui palmi delle mani e sulle piante dei piedi. È stato sottoposto al tampone previsto in questi casi – prosegue la Regione –, si analizza un campione del liquido contenuto in una vescicola".

Tiziana Lazzarotto, direttrice della Microbiologia del Sant’Orsola, aggiunge che "il soggetto mostrava segni clinici" tipici della malattia, in particolare aveva "vescicole sul palmo delle mani e sulla pianta dei piedi", anche se "in numero basso". Quando è stato visitato, precisa la professoressa, "è stato posto subito in isolamento e sono stati avvisati gli infettivologi per la presa in carico". Poi è stato sottoposto al tampone previsto per questi casi, che prevede anche il prelievo del liquido infetto contenuto nelle vescicole. "Abbiamo esaminato il materiale e nel giro di qualche ora il caso è stato confermato – spiega Lazzarotto –. Noi siamo anche Centro di riferimento regionale per le emergenze microbiologiche, Creem, e quindi siamo pronti davanti a qualsiasi emergenza e urgenza". Il vaiolo delle scimmie, spiega poi la microbiologa è un virus presente tipicamente negli animali e in particolare nei primati, e che "occasionalmente può infettare anche l’uomo". Il contagio tra esseri umani, però, avviene solo con un "contatto diretto e molto stretto con il liquido contenuto nelle vescicole – precisa Lazzarotto – il virus è presente pure nell’orofaringe o anche in altri liquidi biologici", ma per il contagio è sempre necessario "un contatto molto stretto". Evitarlo, soprattutto il contatto pelle a pelle con chi è infetto, è dunque la prima misura di prevenzione utile contro la malattia, sottolinea la scienziata.

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