"Venite a teatro: lavorare ci ridà dignità e speranza"

Oleksandr Sakharov, direttore del Circus-Theatre Elysium di Kiev: "Non sappiamo quando potremo tornare a casa. Ma non odiate il popolo russo"

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Allo scoppio del conflitto erano in tournée per portare sui palcoscenici d’Italia l’elegante e prestigiosa arte circense con un cast di trenta ballerini e acrobati ucraini. Il Circus-Theatre Elysium di Kiev ha scelto, con coraggio, di continuare ad andare in scena, nonostante la guerra e le preoccupazioni angoscianti, "per mandare un messaggio di pace e fratellanza", ha dichiarato il direttore della compagnia, Oleksandr Sakharov. Faranno tappa anche al Teatro Duse domani alle 21, che in segno di solidarietà e accoglienza illuminerà il suo portico con i colori della bandiera ucraina. Con uno show avveniristico, ‘Alice in Wonderland’, i professionisti della compagnia uniranno ginnastica acrobatica, recitazione, arti circensi e danza. Il progetto nasce dall’ispirazione del regista Oleg Apelfed ed è stato portato avanti anche grazie all’esperienza ventennale di Maria Remneva, pluripremiata direttrice del Circo Nazionale dell’Ucraina.

Come avete rielaborato il romanzo di Lewis Carroll?

"Racconteremo la storia di Alice attraverso la danza contemporanea e il circo – spiega il direttore Sakharov – . Un grande schermo alle spalle degli artisti poi, proietterà Alice, il Cappellaio Matto, il Coniglio, il Gatto del Cheshire e la Regina Nera come immagini 3D, molto potenti e suggestive, per rendere l’atmosfera ancora più onirica".

Immaginiamo quanto sia difficile tenere sul palcoscenico il registro allegro e spensierato che caratterizza i vostri spettacoli e provare invece grande sofferenza e angoscia…

"Sì, non sappiamo quando e come potremo tornare in Ucraina, ma nel momento in cui lo faremo sarà tutto da ricostruire e nella migliore delle ipotesi ci vorranno anni. Speriamo di poter continuare a fare il lavoro che amiamo e riuscire a sostenere le nostre famiglie".

Alla base del Circus-Theatre, c’è un grande spirito di collaborazione e amicizia…

"Proprio così, portiamo sul palco un messaggio di pace e fratellanza. Cultura, musica, danza, teatro e sport sono strade che che uniscono le persone e i popoli. Siamo molto dispiaciuti del fatto che gli artisti russi in questo momento vengano licenziati o discriminati per decisioni sulle quali non hanno potere: è abominevole. Artisti, intellettuali o civili non hanno niente a che vedere con quello che sta facendo l’establishment russo".

Che rapporto ha la compagnia con Bologna?

"La nostra produzione ha un legame molto forte con Bologna e con il Teatro Duse. Chiedo ai bolognesi di venire a teatro. Lavorare ci distrae, ci dà dignità e sollievo dalla situazione terribile che viviamo. Ai miei connazionali, invece, dico di tenere duro e di essere umani, di non nutrire odio nei confronti del popolo russo".

Amalia Apicella

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