Villa Aldini, un salvataggio da 200mila euro

Il ministero della Cultura stanzia le prime risorse per metterla in sicurezza. La sottosegretaria Borgonzoni: "È urgente intervenire"

Villa Aldini

Villa Aldini

di Paolo Rosato

Detto, fatto. Come preannunciato, la sottosegretaria alla Cultura, Lucia Borgonzoni, che in un’intervista al Resto del Carlino aveva dichiarato di aver già sul suo tavolo un dossier su Villa Aldini, è pronta a intervenire per salvare il prestigioso edificio di nascita napoleonica (1811), colpito da degrado e danneggiato in alcune sue parti. Sarebbe già partita infatti dalla Soprintendenza alle Belle Arti di Bologna una richiesta di risorse per mettere in sicurezza la villa. Più nel dettaglio, un intervento in tempi brevi sarebbe possibile perché ci sarebbe già la disponibilità di massima, da parte del ministero della Cultura, di destinare preliminarmente circa 200mila euro (ma potrebbero aumentare) con urgenza agli interventi necessari per ‘salvare’ la villa. Questi fondi straordinari sarebbero subito esigibili perché in dotazione del ministero con carattere di particolare ’urgenza’.

La conferma di questa concreta operazione di salvataggio arriva direttamente da Lucia Borgonzoni, senatrice della Lega da alcuni giorni tornata a ricoprire il ruolo di sottosegretaria nell’ormai ex Mibact, ora ribattezzato Mic (ministero della Cultura). "Per prima cosa, ringrazio l’attuale soprintendente che ha mandato subito dei tecnici a svolgere un sopralluogo a Villa Aldini – spiega la Borgonzoni riferendosi a un’ispezione della Soprintendenza sul posto avvenuta martedì –, e ringrazio la direttrice Federica Galloni, dirigente generale dei Beni Architettonici che si sta occupando della situazione. E’ stata ravvisata una certa urgenza nell’intervenire, ci sono diverse criticità sui cornicioni, sui controsoffitti e sugli intonaci e infilitrazioni nel tetto, solo per nominare alcuni punti della relazione stilata dai Beni culturali. Puntiamo a rendere queste risorse disponibili per la Soprintendenza a breve, e auspichiamo che si trovi una strategia comune tra le stesse Belle Arti, il ministero e Palazzo d’Accursio per recuperare totalmente l’immobile napoleonico. Che sì, va messo prima in sicurezza, ma occorre poi un’intesa per renderlo fruibile alla cittadinanza, per restituirlo alla città nel migliore modo possibile. Penso anche a un museo, il Comune concordi con le Belle Arti una strategia di recupero". Secondo le stime, per la somma d’urgenza erogata dal ministero della Cultura dovrebbero volerci una trentina di giorni, non di più. Poi si potrà procedere per mettere in sicurezza l’edificio, che è di proprietà del Comune.

Tra le criticità riscontrate dalla Soprintendenza ci sarebbero anche lesioni in corrispondenza di

archi e architravi, una serie di fessurazioni che potrebbero essere ricondotte al sisma del 2012 e ce certamente meriteranno un studio approfondito.

Villa Aldini nasce su volere di Antonio Aldini, ministro di Napoleone, a partire dal 1811, su progetto di Giuseppe Nadi. L’edificio venne edificato sul complesso preesistente della Madonna del Monte. Nel 1816, con il crollo dell’impero napoleonico, la villa rimase incompiuta. Fu acquistata ad un’asta nel 1832 da un privato, che ne intraprese la demolizione, e salvata, alla fine di quel decennio, dall’acquisizione da parte di un comitato cittadino.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro