CHIARA CARAVELLI
Cronaca

Zaki il bolognese, la prima giornata di Patrick in città: amici e colleghi dell’Unibo

Ventiquattro ore di relax dopo la grande accoglienza di domenica per l’attivista egiziano, che ieri non ha avuto impegni ufficiali. L’omaggio del Consiglio comunale per la sua liberazione.

Zaki il bolognese  La prima giornata  di  Patrick in città: amici  e colleghi dell’Unibo

Zaki il bolognese La prima giornata di Patrick in città: amici e colleghi dell’Unibo

Bologna, 25 luglio 2023 – Le sue prime ventiquattro ore sotto le Due Torri, Patrick Zaki le ha trascorse nella massima riservatezza. Il ricercatore egiziano, arrivato in città nella serata di domenica scorsa dopo l’atterraggio all’aeroporto di Milano Malpensa, non ha infatti preso parte a incontri ufficiali o istituzionali, per i quali ci sarà sicuramente tempo nei prossimi giorni. Ieri Patrick ha passato la giornata con i suoi amici, gli stessi che in questi tre anni e mezzo di calvario, non lo hanno mai abbandonato. Con lui, la sorella Marise e la fidanzata Reny, che nei prossimi mesi (il matrimonio è previsto per settembre in Egitto) diventerà sua moglie.

Ventiquattro ore che Patrick non dimenticherà così facilmente. Perché ora, dopo anni di carcere, torture, udienze rinviate e condanne, è a tutti gli effetti un uomo libero. "È il giorno più importante della mia vita", sono state le sue prime parole dopo l’arrivo nella sua Bologna. Sui suoi profili social, una lunga lista di foto e video dell’accoglienza che la città gli ha riservato. Con gli amici, gli ex colleghi dell’Università, i cittadini che hanno fatto il tipo per lui. Patrick sorride, fa il segno di vittoria con le dita. Perché alla fine ha vinto lui, ha vinto la libertà, la speranza e l’amore.

E allora è facile pensare che ieri, lontano dai flash delle fotocamere, abbia vissuto, o meglio rivissuto, nella mia totale intimità, tutto quell’amore che tanto gli era mancato in questi anni. L’amore per chi gli ha voluto bene, per gli affetti che aveva lasciato prima di essere arrestato, pochi mesi dopo l’arrivo in Italia, all’aeroporto del Cairo. Ma soprattutto l’amore per Bologna, che lui stesso ha definito "la mia città".

La città che in tutti questi anni lo ha aspettato, senza mai perdere la speranza di poterlo riabbracciare. La città che lo ha sostenuto nella sua strenua lotta per la libertà, con manifestazioni, striscioni, disegni, mobilitazioni. La città che ieri, dopo una lunga assenza, ha finalmente ritrovato. Magari con una passeggiata in piazza Maggiore, dove lui stesso aveva detto di voler andare una volta tornato sotto le Due Torri. Proprio lì, dove la sua sagoma con la scritta ’Libertà per Patrick Zaki’ domina la città.

Intanto nel pomeriggio il consiglio comunale, in apertura dell’assemblea, ha salutato il ritorno dell’attivista egiziano. "Vogliamo dare a Patrick – così la presidente Maria Caterina Manca – il più caloroso bentornato nella nostra amata città. È un momento di grande sollievo e gioia per tutti noi. Durante questi oltre tre anni di ingiusta prigionia, molte persone si sono unite nella lotta per la sua liberazione. Ieri, finalmente, Patrick è tornato nella città che considera ‘la sua casa, la città a cui sente di appartenere. Bologna, ‘la città della libertà’, come lui stesso l’ha definita, lo accoglie a braccia aperte. La sua è una storia di coraggio e determinazione".

E ancora: "Nonostante le ingiustizie che ha affrontato – ha aggiunto – non ha mai perso la fede nella giustizia e nella lotta per i diritti umani. La sua liberazione è una vittoria per tutti coloro che credono nella libertà di espressione e nella dignità umana. In tanti hanno lavorato per questo risultato". Un risultato storico, arrivato a metà della scorsa settimana, dopo una delle giornate più buie della storia giudiziaria di Patrick: quella della condanna ad altri tre anni di carcere. Poi la notizia che tutti aspettavano, con la grazia concessa dal presidente egiziano al-Sisi e la conseguente scarcerazione. Da quel momento, il percorso dell’ex studente dell’Alma Mater è stato tutto in discesa. Una discesa che lo ha portato dritto in Italia, poi a Bologna, accompagnato dal rettore Giovanni Molari e la sua professoressa, Rita Monticelli.

Bologna e Patrick sono di nuovo insieme. Qui dove tutto è cominciato. Dove ieri, per la prima volta dopo tre anni e mezzo, tutto è ripartito.

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