"Bologna Festival: i nostri primi 40 anni"

Maddalena da Lisca racconta l’avventura della manifestazione che oggi festeggia con un incontro in streaming

Maddalena da Lisca (sovrintendente di Bologna Festival). Oggi alle 18 la diretta streaming

Maddalena da Lisca (sovrintendente di Bologna Festival). Oggi alle 18 la diretta streaming

Bologna, 4 maggio 2021 - Il 4 maggio 1982 la star internazionale del belcanto Marilyn Horne approdava a Bologna, per un concerto del tutto inatteso alla Sala Europa (oggi EuropAuditorium); sette giorni dopo era il turno del pianista Alexis Weissemberg, seguito dal violista Yuri Bashmet, il violinista Henryk Szeryng, il trombettista Maurice André, il pianista Claudio Arrau: tutti nomi e volti ben noti dalle copertine patinate dei long-playing, ma che i bolognesi non avevano mai visto da vicino, se non spostandosi verso le capitali della musica classica. Quasi inconsapevolmente era nato così il Bologna Festival , che festeggia ora la sua quarantesima edizione con un incontro celebrativo (in streaming da oggi, ore 18) e un volume storico (a cura di Nicola Pirrone, edito da Pendragon). Ne parliamo con Maddalena da Lisca , attuale Sovrintendente del Festival.  

Come iniziò tutto? "Rivista oggi, la cosa sembra incredibile. In area fiera, campeggiava un Palazzo della Cultura e dei Congressi: di fatto, molti congressi e poca cultura. Giampaolo Testa venne incaricato di ristabilire l’equilibrio, appoggiandosi alle conoscenze dirette di un musicista quale Giorgio Zagnoni . Come direttore operativo fu individuato Lino Britto, esuberante organizzatore venuto dalle Canarie. In breve tempo il miracolo era compiuto, con il sostegno di Comune, Ente Fiera e Fondazione del Monte. Il successo indusse a creare una Associazione Bologna Festival che ancor oggi sovrintende alle attività".  

40 anni in continuità o in evoluzione? "L’arrivo di Mario Messinis , a sostituire Britto dal 1992, ha confermato il cartellone di Grandi Interpreti, aprendolo anche alle orchestre. Ma gli affiancò presto la rassegna Il Nuovo L’Antico (dal 2001), che accostava due mondi solo apparentemente antitetici e con grande precocità rispetto all’effettiva richiesta del pubblico. Da ultima l’attenzione ai giovani, intesi sia come interpreti, nella rassegna Talenti (dal 2003), sia come spettatori del futuro, con le iniziative di Baby BoFe’ (dal 2007). E poi i viaggi musicali per i nostri abbonati (dal 2015)".  

E lei, quando è arrivata? "Insieme a Messinis. Lui era al momento il direttore artistico più impegnato in Italia, tra Biennale di Venezia, Orchestra Rai di Milano e altro ancora. In attesa di portare a termine quegli impegni pregressi, chiese una persona operativa sul posto. Non mi conosceva, ma si fidò evidentemente di chi gli aveva parlato delle mie esperienze come coordinatrice di festival culturali organizzati dal Ministero degli Esteri a Buenos Aires, New York, Sidney, Montreal. Di fatto, sono poi restata al suo fianco per 27 anni indimenticabili, fino a quando, nel 2019, Messinis ha lasciato l’incarico e il consiglio d’amministrazione ha ritenuto di passare a me quello che era stato il suo ruolo".  

Un concerto da ricordare? "Più che un evento, mi piace menzionare gli artisti a noi più cari e più presenti negli anni: Isabelle Faust , che inaugurerà la 40ma stagione (16 maggio), Martha Argerich e András Schiff , che invece la chiuderà (1 dicembre), totalizzando la sua 16ma presenza da noi. È una festa ogni volta che tornano".  

Rimpianti per progetti non andati in porto? "Miliardi di rinunce, ogni anno, e con tanto patimento; ma è nell’ordine delle cose, per chi organizza eventi di questa natura".  

Novità da qui ai 50 anni? "Per ora continuiamo sulla linea tracciata da Messinis, che ho sempre condiviso. E in quella linea non escludo allora che possano aprirsi ulteriori ramificazioni delle attività".  

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