Battistini: "Inaccettabile ci siano zone impenetrabili"

Il civico denuncia: "In questi anni poca attenzione e poche azioni pratiche. Serve una struttura organizzata dedicata al tema: un assessorato o un manager"

Fabio Battistini

Fabio Battistini

Bologna, 10 settembre 2021 - Fabio Battistini, candidato sindaco con il sostegno del centrodestra, riprende l’allarme del dirigente della squadra mobile Roberto Pititto lanciato sulle pagine del Carlino. E lo fa ripetendo come serva un cambio di passo rispetto alla "volontà politica" di intervenire su certe questioni. Oggi è in programma un tavolo nel cuore di una delle zone più problematiche, quella universitaria, al centro anche delle ultime notizie di cronaca. Un tavolo a cui parteciperanno anche Valter Giovannini, ex Procuratore aggiunto, Giuseppe Sisti, del comitato piazza Verdi e Giovanni Favia, presidente del comitato di via delle Moline. "Ci incontriamo alle 10 al ristorante A Balùs – spiega Battistini –, in via del Borgo di San Pietro, ma non ci saranno ospiti politici, bensì rappresentanti delle associazioni e del territorio che ogni giorno vivono una situazione pesante sulla propria pelle".

Battistini, spesso quello della sicurezza è un tema che viene definito di destra. Ma lei è un candidato civico e dice che deve ’diventare l’assoluta priorità del prossimo sindaco’, chiunque sarà. Come mai?

"Non è accettabile sentire le forze dell’ordine parlare di ‘zone impenetrabili’. Non assistiamo più a episodi di microcriminalità, seppur ripetuti: si tratta di bande organizzate, con lo spaccio che avviene dentro le case e zone franche sparse ovunque. Non possiamo tollerarlo".

Ma cosa serve davvero per contrastare e debellare certe problematiche?

"C’è stata una mancata attenzione da parte di chi doveva lavorare sulla sicurezza dei bolognesi. Non è un caso se, negli ultimi anni si siano moltiplicate in città le realtà civiche per rappresentare e difendere i cittadini".

Il lavoro dell’amministrazione non l’ha convinta, quindi.

"La strada tracciata dall’assessore Aitini l’ho sempre reputata giusta, ma non sono mai seguite azioni pratiche".

Se diventerà sindaco, in che modo cercherà di dare il via a un cambiamento?

"Le politiche per la sicurezza urbana devono assolutamente diventare parte integrante della gestione complessiva della città. Basti pensare come oggi queste siano soltanto affidate a una delega all’interno dell’assessorato al Commercio".

A cosa pensa lei, invece?

"A una struttura organizzata diversa e dedicata al tema, magari un assessorato esclusivamente incentrato sulla sicurezza o a una sorta di manager".

Che differenze potrebbero esserci?

"Una struttura manageriale sarebbe probabilmente più snella, con una delega iscritta al sindaco e un dialogo diretto con gli altri attori. Un assessorato consentirebbe uno spettro d’azione più ampio, con la possibilità di sfociare anche in altre tematiche, veda il turismo o l’associazionismo".

Quali altri problemi andrebbero risolti?

"Mi sembra ben visibile uno scarso coordinamento tra il Comune, la prefettura, le forze dell’ordine. Spesso abbiamo assistito anche a polemiche tra sindaco e questore, in cui soltanto per la delicatezza di quest’ultimo non si sono alzati i toni. Serve un nuovo protocollo d’intesa, sono stati fatti molti errori".

Vuole citarne qualcuno?

"Io non sarò mai un sindaco dal pugno duro. Ma credo sia chiaro a tutti che incontrare gli esponenti di una realtà come Xm24, come fatto dall’ultimo assessore alla Cultura (Matteo Lepore, candidato sindaco del centrosinistra, ndr), sia una smagliatura politica".

 

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