Elezioni comunali 2021 Bologna, Lepore apre ai ribelli Pd: "C’è spazio per lavorare"

Toni soft dopo l’intervento di Letta. Ma la partita sulla lista resta chiusa. Chi è vicino ad Aitini chiude: "Scarica solo la responsabilità delle sue decisioni"

Isabella Conti e l’assessore alla Sicurezza, Alberto Aitini

Isabella Conti e l’assessore alla Sicurezza, Alberto Aitini

Bologna, 31 agosto 2021 - "Sicuramente c’è spazio per lavorare con chi vuole fare il bene di Bologna". Matteo Lepore, in mezzo a un gruppone di mascherine rosa all’Opificio Golinelli, poco prima della presentazione dei candidati della sua lista civica, paventa una ricucitura con i ribelli dem. Dopo le esclusioni, lo psicodramma finito sui social, le accuse di epurazione da parte dell’assessore alla Sicurezza di Alberto Aitini, ieri il candidato sindaco di centrosinistra ha lasciato un micro spiraglio aperto per la ricomposizione. Da più parti, infatti, è stata notato come l’assessore dem abbia abbassato i toni dopo che il segretario nazionale del Pd, Enrico Letta, ha insistito ancora sulla necessità di ricomporre la frattura con chi ha votato Isabella Conti e di abbassare i toni.

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Ma se Lepore da una parte non chiude a una tregua (per il futuro) con i compagni di partito che non l’hanno appoggiato alle primarie, dall’altra dietro le quinte trapela che concretamente sulla lista la partita resta chiusa. Certo, volendo, qualche aggiustamento si potrebbe ancora fare visto che la squadra dem ufficialmente va depositata venerdì 3 settembre, ma da quello che filtra anche dopo il rifiuto dei consiglieri uscenti vicini ad Aitini, lo strappo difficilmente si ricomporrà oggi.

Vinicio Zanetti, vicinissimo ad Aitini, su Facebook, insiste: "Le esclusioni del Pd sono un fatto grave. Si è rotto il patto delle primarie". E punta il dito sul partito nazionale e regionale che tacciono. Tanti i ’like’ su Facebook, tra cui le consigliere Pd uscenti Raffaella Santi Casali ed Elena Leti che, tra l’altro, ha rinunciato all’ultimo alla ricandidatura nella lista dem. Approvano le parole di Zanetti anche Giuseppe Paruolo, consigliere regionale, Filippo Diaco, ex numero uno della Acli in lista con la Conti, Rosy Davidde dei Giovani democratici e Lina de Troia, esponente di Italia Viva.

Il clima resta comunque teso tra gli esponenti di Base riformista locale, tant’è che ambienti vicini ad Aitini si minimizza l’apertura di Lepore: "Un modo per scaricare la responsabilità delle decisioni sugli altri quando invece è chiaro chi ha deciso questa scelta anti-democratica...".

E, nonostante l’impegno del Nazareno, filtra che a chi ha scelto Isabella non sia arrivato alcun segnale di pace (o nuova proposta di trattativa).

In pratica: se mai la frattura si ricomporrà, per arrivare alla pace ci sono ancora parecchi passaggi da fare. Resta, però, l’impegno del Nazareno vista l’importanza di Bologna nella prossima partita delle amministrative.

"Tutto può ancora succedere", dice comunque qualche dem, convinto che lo spazio per evitare una spaccatura del partito senza precedenti, potrebbe arrivare dopo le elezioni comunali. C’è chi, infatti, in ambienti vicini al partito bolognese, se esclude colpi di scena nella lista Pd, non li esclude magari nella prossima giunta. Ottimismo che stride con le parole, nette, di Lepore al termine dell’assemblea Pd dell’altro giorno: "Sarà una squadra paritaria. In giunta zero correnti". In "politica mai dire mai", insistono alcuni esponenti dem. E considerando che la partita è iniziata a Bologna, ma oggi ha traslocato a Roma, chissà.

 

 

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