ROSALBA CARBUTTI
Elezioni Comunali

Elezioni comunali Bologna, Tosiani in difesa: "Rappresentate tutte le aree"

Il segretario Pd canta vittoria. Ma il Nazareno interviene sul caso dei ’ribelli’: "Decide Bologna, però speriamo in una ricomposizione"

Matteo Lepore e Luigi Tosiani

Matteo Lepore e Luigi Tosiani

di Rosalba Carbutti

Luigi Tosiani fa il segno della vittoria. La squadra è completa, c’è tanta società civile, e per quanto riguarda i dem esclusi comunque è stato fatto il massimo. Nel giorno clou dell’assemblea cittadina, con l’Aventino di una trentina di ribelli dem, il segretario provinciale del Pd respinge le accuse di "epurazione" lanciata da Alberto Aitini e compagni, e spiega il criterio di composizione della squadra: "I consiglieri che ne avevano la possibilità sono stati ricandidato". Tradotto: non è stata tenuta fuori un’area, cioè Base riformista, noi la mediazione l’abbiamo tentata fino all’ultimo. Pochi minuti prima dell’assise dem, infatti, dopo un lungo tam tam anche con il Nazareno che aveva messo su un tavolo nazionale con il coordinatore Pd Marco Meloni e Alessandro Alfieri, coordinatore di Base riformista, la proposta era quella di due nomi in lista più Vincenzo Naldi, vicino ad Aitini. Numeri, sottolineano ambienti vicini alla federazione, in linea con quelli delle altre aree vicine ai parlamentari Andrea De Maria, Gianluca Benamati, Davide Di Noi, Stefano Caliandro, Luca Rizzo Nervo. Da qui, Tosiani insiste: "Tutte le aree sono state ascoltate. E rappresentate. Poi, certo, toccherà al sindaco, nella persona di Matteo Lepore, decidere come costruire la sua giunta".

L’assessore alla Cultura, interpellato alla fine dell’assemblea, taglia corto: "La mia giunta sarà paritaria, ma verrà dato zero spazio alle correnti".

E aggiunge: "I riformisti del Pd esclusi? Qui a Bologna mi pare che il riformismo ci sia e abbia la ’r’ maiuscola. Abbiamo costruito una coalizione larga, la più larga di tutte le città al voto e la nostra linea politica è stata votata all’unanimità".

Restano, però, le polemiche. Con Base riformista locale e nazionale sulle barricate, accuse di epurazioni e richieste d’intervento di Enrico Letta.

Dal Nazareno filtra che l’impegno per una mediazione non si è mai fermato, tant’è che dal veto di Lepore che avrebbe voluto zero posti per gli ’isabelliani’, si è arrivati alla proposta avanzata da Tosiani in accordo con Roma. Ma alla fine, nonostante la lunga nottata della vigilia, lo strappo si è compiuto. E dal Nazareno trapela un commento a tutto il baillamme: "Ovviamente decidono i territori. Dunque decidono a Bologna, ma speriamo ci sia spazio per una ricomposizione". In ogni caso, è il ragionamento, "concentriamoci con umiltà sulle proposte di Lepore per governare Bologna".

Puntano tutto sulla bontà dei nomi della lista Pd i parlamentari dem bolognesi. "È forte e di qualità, con candidature di esponenti politici credibili e radicati e una significativa capacità di apertura a personalità non di partito che arricchiscono la nostra proposta alla città. Fino all’ultimo si è tentato di trovare un equilibrio unitario, a cui ho cercato anche io di contribuire", dice Andrea De Maria. Sulla stessa linea Gianluca Benamati: "La lista del Pd è solida e viene rafforzata da nomi autorevoli della società civile, ben rappresentati anche dal profilo della capolista". Rispondono alle critiche, invece, Luca Rizzo Nervo e Davide Di Noi. Il deputato dem si dice amareggiato per le parole di Giuseppe Paruolo che ha parlato di "epurazione", mentre il dirigente dem replica: "I riformisti in lista sono rappresentati, anche al di là di chi non è stato candidato".

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