Battistini: "Spazio a nuove idee per la città"

Ieri il via alla corsa con tutti i partiti del centrodestra: "Troppa polvere a Palazzo d’Accursio, apriamo le finestre". E omaggia Dozza

Da sinistra,. Enrico Aimi (FI), Fabio Battistini e Andrea Ostellari (Lega)

Da sinistra,. Enrico Aimi (FI), Fabio Battistini e Andrea Ostellari (Lega)

di Maria Letizia Camparsi

"Uniti ce la possiamo fare". È questo lo slogan con cui Fabio Battistini, imprenditore di 65 anni e neo-candidato del centrodestra per le amministrative, dà la carica ai suoi per lanciarsi ufficialmente nella corsa a Palazzo d’Accursio. Davanti a lui, ieri mattina in piazza del Nettuno dove è avvenuta l’investitura, le bandiere di Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia issate una in fila all’altra, testimonianza dell’unione a sostegno del prescelto. Fortemente voluto dal leader del Carroccio Matteo Salvini, Battistini si presenta però alle elezioni come civico. In piazza con lui, anche esponenti dei partiti di centrodestra come Andrea Ostellari (Lega), Enrico Aimi e Valentina Castaldini (FI), Michele Barcaiuolo (FdI). "Non sarà un’impresa facile – ammette Ostellari, senatore leghista –, ma l’obiettivo è raccogliere il consenso di tutti i cittadini liberi di Bologna". L’aspirante primo cittadino ha lanciato la sua candidatura a dicembre 2020 con la lista ’Bologna ci piace’, ma l’appoggio ufficiale dei tre big del centrodestra è arrivato solo qualche giorno fa, con oltre un mese di svantaggio rispetto all’avversario di centrosinistra: "Sono partito a dicembre, il mio competitor è partito un mese e mezzo fa – afferma il civico –. Chiedo un’accelerata a tutti quelli che vogliono sostenermi, insieme possiamo farcela".

Battistini sceglie poi tre parole per descrivere il suo progetto: "Percorso, avventura, sogno. Il percorso è cominciato qua dietro, in piazza Maggiore: una persona normale, libera, di fronte a Palazzo d’Accursio che l’ha evocata come simbolo di questa città. Un palazzo storico, ben arredato, ma con le finestre chiuse, un po’ di polvere, l’aria stantia. Chiede qualcuno che arrivi ad aprire quelle finestre, con un cambio di passo e nuove idee".

L’imprenditore può contare sul sostegno anche dei partiti minori, tra cui Udc, Popolo della famiglia, Cambiamo-Coraggio Italia, Buona destra e Noi con l’Italia. Lungo la sua strada poi, afferma il candidato, si sono già aggiunti "cittadini, enti, associazioni, comitati" che hanno deciso di sostenerlo. "E oggi, alla fine di questo percorso, arrivano i partiti più importanti – che ringrazio – che danno consistenza a questo progetto". L’obiettivo, anzi "il sogno", come l’ha definito lui, è che questa città "possa essere amministrata da una persona libera, da un bolognese per i bolognesi in una Bologna che cambia, all’interno di un mondo che cambia. Una persona libera per poter immaginare una visione di Bologna nei prossimi anni e non una Bologna che rincorre i problemi che essa stessa ha creato e soprattutto una città che sappia decidere liberamente".

Tra i temi amministrativi, Battistini si sofferma solo sul Passante: "Non voglio ridurre tutta la campagna elettorale a questo, ma è emblematico di una Giunta che in affanno mette le toppe a un progetto già vecchio". E poi evoca il sindaco-bandiera del Pci sotto il cui mandato fu progettata la tangenziale: "Non ho difficoltà a dire che l’ultimo amministratore di questa città che ha avuto visione è stato Giuseppe Dozza: ha visto qualcosa nei decenni avanti".

Sul Green pass, Battistini commenta: "È un pasticcio tra i pasticci. Tutta questa vicenda non è stata gestita bene". Altro grande argomento di dibattito, il Ddl Zan: "Rappresenta un tema etico molto delicato. Non entro nel merito, dico solo che è un testo di legge fatto male. Ma non mi sento nemmeno di chiudere la porta alle marginalità".

Sul rapporto con gli altri contendenti del centrodestra, ora diventati alleati, l’aspirante sindaco assicura: "Mi sono scambiato diverse telefonate all’insegna della signorilità con Cangini prima e dopo l’investitura, ha espresso disponibilità a sostenermi".

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