Thiago, gli errori da non commettere

Non si può dire che Thiago Motta sia un tipo a cui manchi il coraggio: fare tabula rasa del Bologna di Mihajlovic in pochi giorni, ridisegnando modulo e interpreti, testimonia la determinazione (e la personalità) di chi vuole lasciare subito il segno. Con l'Empoli gli è andata male, anche per colpa dei due legni colpiti nel finale di partita da Arnautovic e Zirkzee. Ecco il primo errore che il nuovo inquilino di Casteldebole deve evitare di commettere: appellarsi alla sfortuna, senza interrogarsi sulle ragioni che hanno portato questo Bologna a diventare offensivamente sterile quando Arnautovic ha le polveri bagnate. L'altro reparto da registrare è la difesa, perforata dall'incursione di Bandinelli, a cui ancora una volta i difensori rossoblù hanno spalancato davanti un'autostrada. Non dovrebbe succedere, ma è successo in tutte le prime sette giornate di campionato. Ergo: per la nuova linea a quattro c'è tanto da lavorare. Se è vero che dieci partite rappresentano il minimo sindacale che si deve concedere a un nuovo allenatore per giudicarne il lavoro, la prima è scivolata via all'insegna del 'vorrei ma ancora non posso'. Da qui alla maxi sosta per i Mondiali ne restano nove: un tempo congruo per stabilire se Thiago, oltre che coraggioso, abbia le stimmate del demiurgo.