Balassini: "Un primato lungo quindici anni"

Il record italiano nel martello resiste da quel lancio di Ester del 25 giugno 2005 a Bressanone. "Una soddisfazione, 73,59 metri, infinita"

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Un lancio che, in quel momento, forse non comprese a pieno. Se non altro perché, quindici anni dopo, il primato del lancio del martello, è ancora saldamente nelle sue mani. Quelle di Ester Balassini, nata a Bologna il 20 ottobre 1977 che il 25 giugno 2005, nel meeting di Bressanone (Bolzano), scagliò l’attrezzo a 73,59 metri.

E’ una bella storia, quella di Ester, appuntato scelto della Guardia di Finanza che in carriera ha messo in fila 17 primati italiani, 14 titoli assoluti, un oro ai Giochi del Mediterraneo, due partecipazioni ai Giochi Olimpici (2000 e 2004), quattro presenze mondiali e due agli Europei. E ancora un terzo posto alle Universiadi nel 2004 e un argento ai mondiali militari nel 2003.

Ester, laureata in Scienze della Formazione, è mamma di Francesco (11 anni) e Luca (9).

"Ho cominciato con il pattinaggio – racconta –. Nell’officina di papà mi ero creata un percorso a ostacoli con sedie e scope. Un suo amico gli suggerì di portarmi in una società. E così comincia a Crespellano".

L’approdo all’atletica a tarda età, per una questione economica.

"Avevo 17 anni – insiste –. Pensavo solo alle amicizie, avevo abbandonato lo sport. Papà Angelo mi disse che se non facevo sport mi avrebbe tolto la paghetta. Mi passava 40mila lire al mese, mi facevano comodo".

Inizia un piccolo tour di Ester, che comincia con Cristina Marchi, si perfeziona con Andrea Soldati e dà vita a un sodalizio che dura tuttora con Marinella Vaccari Zanetti. Balassini, storico punto di forza del Cus Bologna, vanta il doppio tesseramento con le Fiamme Gialle.

"Se mi guardo indietro vengo travolta dai ricordi. Le maglie azzurre, le amicizie e tante soddisfazioni. Un solo vero rimpianto. Quello legato alle Olimpiadi di Sydney, nel 2000". Due partecipazioni ai Giochi Olimpici, sei lanci nulli. "Alla fine è come aver mangiato una torta, buonissima. E’ mancata solo la ciliegina. Il rimpianto per l’Australia è legato al fatto che, se avessi tenuto la media che avevo fatto registrare per tutto l’anno, avrei chiuso i Giochi, i miei primi Giochi, al quarto posto".

Consacrazione ai Giochi a parte, Ester ha sempre vissuto una carriera e un’esistenza da battistrada. Cominciando a lanciare il martello quando questa veniva considerata una disciplina maschile. O entrando, tra le prime donne in assoluto, nelle Fiamme Gialle, nel 2001.

Fa ancora parte della Guardia di Finanza, nel settore logistico amministrativo. "E mi piace l’idea che il Comando Provinciale – dice – dove lavoro, sia a due passi dal campo Baumann. Fiamme Gialle e atletica, la mia vita".

E il suo feeling con Marinella, divenuto sempre più stretto.

"La chiamiamo tutti Moma, perché è una mamma per noi. E quando, un paio di anni fa, ho perso la mia mamma, Silvana, il legame si è fatto ancora più saldo. E’ una figura femminile di riferimento".

Non gareggia più, Ester, ma è sempre attività per iniziative legate alle solidarietà e alla beneficenza. E, pensando a Marinella, c’è anche una sorta di testimone che, prima o poi, sa di dover consegnare.

"Marinella adesso allena Sara Fantini, figlia d’arte, perché il papà Corrado ha partecipato ai Giochi. Conservo una foto di Sara. Siamo insieme, io avevo poco più di vent’anni, Sara era piccolissima. Eravamo a Fiera di Primiero (Trento) in occasione di un raduno delle Fiamme Gialle. E io gioco con Sara. Me lo disse una volta il grande Silvano Simeon, quando gli chiesi che cosa si provava, una volta che un primato veniva superato. Mi disse: ‘I record sono fatti per essere battuti’. Mi comporterò nello stesso modo con Sara. E anzi, sarei felice toccasse a lei, perché sarebbe la continuazione di una bella storia".

Già, perché quell’incredibile 73,59, valse a Ester, seppur per un solo giorno, il primato mondiale stagionale della specialità. E per una ragazza partita con semplicità da Bologna, trovarsi al centro del mondo, è stata davvero un’emozione incredibile. Che si porterà dietro per sempre.

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