Tour 2024 a Bologna, inizia la volata finale

Secondo incontro tra Prudhomme e Bonaccini: il progetto prevederebbe la partenza sotto le Torri e anche una tappa in Romagna

Tadej Pogacar, 23 anni, vincitore dell’edizione 2021 del Tour de France (Ansa)

Tadej Pogacar, 23 anni, vincitore dell’edizione 2021 del Tour de France (Ansa)

di Angelo Costa

Già visto a Bologna nel luglio di due anni fa, Christian Prudhomme è tornato sotto le Due Torri nelle scorse settimane per riparlare di un’eventuale partenza del Tour dall’Emilia Romagna fra due anni. Che il grande capo della corsa gialla si sia ripresentato in Regione è un secondo indizio, piuttosto importante: per la prova, vale a dire l’assegnazione ufficiale delle prime tappe dell’edizione 2024, non resta che attendere qualche mese.

Entro fine anno sapremo se il grande sogno del governatore Stefano Bonaccini di avere il Tour nella sua terra diventerà realtà. Dovesse accadere, sarà un evento storico: mai la corsa di ciclismo più importante al mondo ha preso il via dal nostro Paese. C’era ottimismo già dopo il primo incontro, a maggior ragione ce n’è adesso dopo il secondo: Prudhomme non si sbilancia, ma che tenga aperto il dialogo con gli interlocutori italiani è significativo.

Oltre al governatore emiliano, coadiuvato in questa trattativa dal capo della segreteria politica Gianmaria Manghi e dall’ex ct della Nazionale Davide Cassani nelle vesti di presidente dell’Apt, ad attendere una risposta è anche il sindaco di Firenze, Dario Nardella. Nel capoluogo toscano potrebbe infatti concludersi la prima tappa, che partirebbe da Bologna: sarebbe il modo ideale per celebrare i 110 anni della nascita di Gino Bartali. Con lo stesso obiettivo, Firenze chiese già il Tour nel 2014, in occasione del centenario del leggendario campione: tentativo andato a vuoto, perché la Grande Partenza fu assegnata a Leeds.

Definito il progetto, che prevede tre giorni di vigilia e altrettanti di corsa, con altre due tappe in territorio regionale, una delle quali in Romagna, ora c’è da attendere la decisione degli organizzatori di Aso. I francesi sembrano favorevoli alla terza partenza consecutiva dall’estero dopo quelle già assegnate alla Danimarca quest’anno e ai Paesi Baschi in Spagna il prossimo: nel 2024 la Francia ospiterà le Olimpiadi a Parigi e dirottare l’inizio del Tour fuori dai confini a fine giugno è più che un’ipotesi. Dovesse essere così, le candidature più forti sono ristrette all’Olanda, che però dal 1996 ha già avuto tre partenze, e l’Italia, che rappresenterebbe un affascinante inedito. E qui la candidatura tosco-emiliana sembra la più credibile: nei mesi scorsi si è parlato anche di Torino e del Piemonte, che però si sarebbero proposti per una sola tappa.

Nei loro incontri, oltre a quello tecnico, Bonaccini e Prudhomme hanno toccato anche l’aspetto economico dell’operazione, che insieme a quelle organizzative prevede spese per la promozione dell’evento, le misure di sicurezza e l’accoglienza turistica. Un conto inevitabilmente elevato, in cambio del quale il Tour garantisce ritorni altissimi come ricaduta sul territorio: è stato calcolato che per ogni euro investito il passaggio della corsa gialla ne restituisca fino a quattro volte. E in Emilia Romagna, dove sono stati capaci di allestire un Mondiale in un mese, creando un indotto nettamente favorevole pur in tempi di pandemia, sanno bene cosa significhi.

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