
Una scena di ‘Re Chicchinella’ al Bonci da stasera a domanica
Il primo spettacolo di prosa della nuova stagione del Bonci, vede in scena stasera, venerdì e sabato alle 20.30, e domenica alle 16, Emma Dante, autrice e regista di teatro e cinema, con la sua ultima creazione dal titolo "Re Chicchinella", un libero adattamento della novella "La papera", contenuto nella raccolta "Lo cunto de li cunti", di Giambattista Basile pubblicate tra il 1634 e il 1636. Lo spettacolo è inserito nell’ambito di "Opening - showcase Italia. Un percorso di VIE Festival", il focus di Ert Teatro Nazionale dedicato alla creatività italiana contemporanea. Re Chicchinella arriva a Cesena dopo una fortunata tournée in Cina, Francia e Svizzera e completa la trilogia che la drammaturga siciliana dedica all’immaginifico universo dello scrittore campano, dopo La Scortecata e Pupo di zucchero, visto a Cesena l’anno scorso.
Emma Dante, una novella grottesca, ben poco edulcorata, ma anzi molto terrena e popolaresca.
"È nello stile di Basile che scrive in dialetto napoletano, e individua, dietro la leziosità di corte comportamenti egoistici, l’ottusità del potere e l’anaffettività di una famiglia e di una corte famelica. Per lo scrittore, in nome dell’interesse, anche un animale da cortile può diventare re. Nella mia riscrittura ho riadattato il testo per avvicinarlo al pubblico di oggi. Ne risulta un suono simile ad una danza e tocca corde profonde".
Cosa racconta la fiaba?
"La novella originale racconta di un re, uno straordinario Carmine Maringola, con cui c’è una collaborazione di anni, che preso da una impellente necessità di evacuare durante una battuta di caccia, usa poi per pulirsi le terga una papera trovata tra l’erba e che crede morta. L’animale invece, si attacca alle sue natiche fino a risalirgli nell’intestino, cibandosi di ciò che mangia il re, riducendo in malattia il regale ospite che però espelle uova d’oro. Debilitato da questa condizione, l’uomo decide di morire di fame, suscitando la vorace reazione di tutta la corte, che non intende rinunciare alle uova d’oro".
Perché lei sostituisce alla papera una gallina?
"Nel linguaggio comune si definisce gallina dalle uova d’oro una persona particolarmente fortunata dal punto di vista economico; l’idea di pollaio starnazzante come quello offerto dalla corte insensibile alla solitudine e all’invalidità del re, mi è parsa più funzionale alla messa in scena. E poi è più facile avere sul palco una gallina rispetto ad una papera".
Vale a dire?
"Che verso la fine dello spettacolo una gallina compare davvero. È Odette, che un nostro attore ha salvato dalla pentola ed è diventata un animale domestico, fa parte della compagnia e dimostra un livello di affettività impensabile ai più".
Grande attenzione lei riserva ai costumi che sono di sua ideazione. Mentre gli attori si muovono su di un fondale nero.
"l focus sono le damigelle di corte, un gruppo indistinto dal punto di vista sessuale, interpretate da attrici e attori che indossano biancheria in crinoline; mettono cioè a nudo identità individuali non definite, con cosce ‘di pollo’ imbottite ed esagerate e una postura eretta. Ripeteranno in cerchio gli stessi suoni e gesti, con dialoghi quasi indistinti, ma vocianti, come un pollaio rumoroso privo di empatia".
Torna infine la rassegna "Dal palco allo schermo. Incontri tra cinema e teatro" in collaborazione con il Cinema Eliseo. Sabato alle 17.30 Carmine Maringola, protagonista di "Re Chicchinella", dialoga con Ilaria Cecchinato al Cinema Eliseo, prima della proiezione del film Misericordia di cui è regista la stessa Emma Dante.