ANDREA ALESSANDRINI
Cronaca

I funerali di Colozzi. Ricordato in Cattedrale: "Prima del politico veniva sempre l’uomo"

Chiesa gremita, presente anche l’ex governatore della Lombardia Formigoni

Chiesa gremita, presente anche l’ex governatore della Lombardia Formigoni

Chiesa gremita, presente anche l’ex governatore della Lombardia Formigoni

Il profondo raccoglimento nella Cattedrale gremita dal popolo della compagnia di Comunione e Liberazione per la messa delle esequie funebri celebrata dal vescovo monsignor Douglas Regattieri è stata come un abbraccio avvolgente per Romano Colozzi, morto giovedì a 75 anni. Era presente alla funzione anche l’ex presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni (per un ventennio Colozzi è stato assessore e segretario generale nelle giunte di centrodestra della regione lombarda) che ha abbracciato la moglie di Colozzi Ombretta Sternini, i tre figli.

Il vescovo nell’omelia ha commentato il Vangelo lasciando a don Ernesto Giorgi ripercorrere i tratti biografici di Colozzi prendendo le mosse dalla nascita di Gioventù studentesca a Cesena a metà degli anni ’60. Era stato esposto il gonfalone della Regione Lombardia, non quelli dell’ Emilia Romagna e del comune di Cesena rappresentato dal vicesindaco Christian Castorri.

A liturgia conclusa nella Cattedrale è spettato al professor Mario Mengozzi tracciare un breve ma fulgido ritratto a tutto tondo di Romano Colozzi. "Non è il momento dei bilanci della vita di Romano – ha detto , quegli inventari fatti sempre senza amore. Tutti ne conosciamo le tappe, molte e significative: professore, consigliere comunale e regionale, assessore maggiore nella maggiore regione italiana, segretario generale della Giunta. Ma senza dubbio era l’uomo a prevalere sul politico e a determinare l’amministratore: buon marito, buon padre, nonno lieto e affettuoso. Nel suo apprezzato operare, consapevole di agire in terreni difficili, fragili e battaglieri, ha messo intelligenza, sensibilità e cuore: con particolare attenzione alle problematiche sociali, ai bisogni della famiglia, alle esigenze degli anziani, alle numerose fragilità, alla parità scolastica. Anche la sua cultura, vasta ma non ostentata, entrava nei tortuosi meandri legislativi, illuminandone percorsi e scelte, giungendo a trascinare e convincere vicini e lontani".

"Ma l’alimento dell’uomo era la fede – ha aggiunto Marino Mengozzi – : abbracciata fin da ragazzo, custodita, insegnata, declinata anche nel lavoro là dove intravvedeva spazi confacenti e opportuni. E tutto vi si è dedicato una volta lasciata – con dolorose spine e senza rammarico alcuno – la vicenda politico-amministrativa. Noi che abbiamo camminato al suo fianco per oltre mezzo secolo possiamo testimoniarlo e intendiamo proclamarlo: con la gratitudine di cui siamo capaci. Caro Romano, una cosa hai voluto e ci hai insegnato: ’abitare la Sua casa, perché tutto il resto è banale’".