LUCA RAVAGLIA
Cronaca

Il primo voto non si scorda mai: "Dopo le promesse servono i fatti"

Sono 1.570 i ragazzi che debutteranno alle urne: "Ho entusiasmo, fondamentale esprimere il proprio parere"

Il primo voto non si scorda mai: "Dopo le promesse servono i fatti"

Ogni persona può cambiare il mondo. Come dicevano a Woodstock. O, volendo guardare alle pietre angolari del nostro Paese, come dicevano quelli che hanno scritto la Costituzione della Repubblica Italiana. Come si cambia il mondo? Un passo alla volta, cominciando con una matita in mano. Oggi e domani a Cesena si voterà, oltre che per eleggere il parlamento europeo, per scegliere il nuovo sindaco della citta: un appuntamento che coinvolgerà 79.693 cittadini. Tra questi, 1.570 giovani (756 femmine e 814 maschi) saranno chiamati alle urne per la prima volta. Largo a chi rappresenta il nostro futuro, dunque. Anche perché i neo maggiorenni si stanno dimostrando decisamente in grado di giocare un ruolo di primo piano nella nostra comunità. "Sono un cittadino attivo – commenta Samuele Campana, ventenne scout – prima di tutto perché mi piace fare la mia parte a favore del territorio nel quale vivo. Purtroppo il nostro recente passato ci ha messo duramente alla prova a tal riguardo. Quando c’è da pensare al bene comune, non mi tiro indietro e forse questo è uno degli aspetti che più mi viene riconosciuto: mi era anche stato chiesto di candidarmi in prima persona a queste elezioni… Non lo ho fatto, ma questo non significa che la politica non mi interessi. Anzi ritengo che in particolare grazie al mondo dei social network anche i giovani trovino i giusti canali e linguaggi per avvicinarsi al tema. Detto questo però serve fare attenzione e andare a ‘vedere’ qual è la differenza tra chi semplicemente promette e chi invece ha le capacità per poi passare dalle parole ai fatti. Ho avuto la possibilità di incontrare i candidati e di ascoltare le loro argomentazioni. Ho le idee chiare, anche riguardo alle mie aspettative sulla città di domani: servirebbero più spazi per la convivialità e maggiore supporto ai progetti inclusivi".

Mohammed Bendada ha 18 anni, è nato in Italia, da genitori algerini: "Andrò a votare e sono felice di farlo – racconta – ma confesso che il mondo della politica non mi entusiasma. Tante persone parlano, poche fanno. Sono nato in questo Paese, sono italiano e mi sento tale. Purtroppo però per qualcuno non lo sarò mai. E’ un tema molto importante, e sottovalutato, tanto che con gli amici finisce che nemmeno ne parlo. La politica potrebbe fare qualcosa e voglio pensare che possa farlo: per questo mi piacerebbe molto essere rappresentato, in città, da una persona che capisca pienamente il mio stato d’animo e le mie aspettative".

Chiude il cerchio Tommaso Di Maggio, pure lui scout: "Voglio presentarmi pronto all’appuntamento col voto. Ho entusiasmo e mi sto confrontando molto con altre persone, anche più esperte di me, perché effettuare una scelta consapevole è fondamentale. Ho incontrato i candidati e ho imparato a conoscerli, anche se devo dire che riguardo al dettaglio dei programmi, la comunicazione avrebbe potuto essere migliore. Esprimere il proprio parere al seggio è un aspetto fondamentale, come a mio avviso è fondamentale essere cittadini attivi. Fare la propria parte per la comunità ha tanti vantaggi, sia relativi al bene comune, sia al fatto di poter fare da volano, magari azionando meccanismi virtuosi in grado di coinvolgere sempre più persone. I giovani hanno tanto da dare. E tanti di noi lo fanno. Partiamo da qui".