"Intollerabile l’aggressione in quel locale"

Gruppo di associazioni solidali con la vittima "Si facciano iniziative contro la discriminazione"

"L’aggressione omofoba ai danni di un ragazzo forlivese a Cesenatico presso il Molo9Cinque nella notte del 30 luglio rappresenta un fatto gravissimo". Lo affermano uno stuolo di associazioni territoriali: Forlì Rea collettivo di genere, Parità di Genere Forlì, AnpiI Forlì, Anpi Forlì-Cesena, Circolo Uaar Forlì-Cesena, Consulta laica forlivese, Udu Forlì, Rete degli Studenti, Forlì Città Aperta, Tavolo permanente delle associazioni contro la violenza sulle donne Forlì, Associazione voceDonna, Forum delle donne, UDI Forlì, Il progresso delle idee, La materia dei sogni,Tutto a sinistra,- La sottile linea rossa, ArciI Forlì, Arci Cesena, Cgil Forlì, Cgil Cesena, Uil Forlì, Rimbaud Cesena, Amigay aps, Famiglie Arcobaleno Emilia-Romagna e Marche, Gay Lex,

Arcigay Rimini Alan Turing, Arcigay Ravenna Elio Venturi, Arcigay Reggio Emilia Grotta Rossa Rimini, Collettivo X,Chiesa Pastafariana dell’Area Pasta Romagna. "Come associazioni del territorio impegnate sui temi della lotta alle discriminazioni – proseguono – chiediamo alle istituzioni e alla cittadinanza tutta di prendere una posizione netta e incontrovertibile di condanna verso tale atto di violenza omofoba. Questo episodio mette in evidenza ancora una volta come in Italia il contrasto alla violenza omo-lesbo-bi-transfobica sia un tema su cui ci sono passi enormi da compiere a tutti i livelli della società: da quello della formazione, a quello della sicurezza, a quello culturale, giuridico e sanitario".

"Mentre nelle aule parlamentari le forze politiche sembrano fare di tutto tranne che prendere coscienza della gravità della condizione della comunità lgbt+ e del rischio che queste persone corrono quotidianamente – sottolineano le associazioni – nelle strade, nelle piazze, nei locali pubblici, l’omolesbobitransfobia resta una drammatica costante. Ci auguriamo inoltre che il locale dove si è consumato questo episodio voglia esporsi al più presto sul tema anche attraverso campagne di comunicazione anti-discriminatorie che chiariscano all’utenza che all’interno di quegli spazi non sarà ammessa questa orrenda normalizzazione dell’omolesbobitransfobia".