LUCA RAVAGLIA
Cronaca

La classifica delle buone pratiche. Rimonta grazie alle piste ciclabili

Studio di Legambiente nei comuni italiani: Cesena risale dal 43° al 15° posto. Ma il trasporto pubblico non va

Cesena figura al quinto posto per numero di piste ciclabili nel tessuto urbano, con la programmmazione della rete della Bicipolitana, nello studio promosso da Legambiente che ha messo a confronto 106 comuni italiani

Cesena figura al quinto posto per numero di piste ciclabili nel tessuto urbano, con la programmmazione della rete della Bicipolitana, nello studio promosso da Legambiente che ha messo a confronto 106 comuni italiani

Dalla posizione numero 43 alla quindici. Che rimonta… Tanto più che per i sorpassi serviva usare la bici, più che i veicoli a motore. Il Comune di Cesena ha scalato 28 posizioni nell’arco di un anno entrando tra le prime città d’Italia che, grazie alla messa in pratica di efficienti politiche ambientali, hanno raggiunto risultati più che positivi. E’ quello che ha certificato la classifica ‘Ecosistema Urbano 2024’ pubblicata ieri e frutto di uno studio effettuato da Legambiente in collaborazione con Ambiente Italia e Il Sole 24 Ore. L’analisi ha preso in considerazione venti parametri suddivisi in cinque categorie (aria, acqua, rifiuti, mobilità e ambiente urbano) applicati a 106 Comuni capoluogo italiani.

Se complessivamente Cesena si piazza in 15esima posizione della classifica generale, con un punteggio percentuale di 69,82, le ‘eccellenze’ sono state riconosciute in particolare in relazione a tre voci. Prima di tutto è stata premiata la capillare presenza di piste ciclabili presenti all’interno del territorio comunale che, evidentemente grazie ai numeri legati alla ‘Bicipolitana’, è valsa il quinto posto nazionale. Cesena si è piazzata poi alla posizione numero sette in relazione alla percentuale di raccolta differenziata, favorita dal sistema di raccolta porta a porta ormai diffuso in tutta la città e affiancato dalle oasi itineranti di Ecoslef che coprono il centro storico. Il nostro territorio si è inoltre classificato decimo per numero di pannelli fotovoltaici installati sui tetti degli edifici pubblici.

Soffriamo invece in termini di spazi pedonalizzati (95esimo posto su 110), urbanizzazione e uso efficiente del suolo (92esimi) e qualità dell’aria (in particolare in relazione alla media annua di Pm2,5 siamo all’85% posto, ma non vanno bene nemmeno le concentrazioni di ozono e Pm10 che ci vedono rispettivamente al 52esimo e 53esimo posto) . E’ da migliorare anche l’offerta del trasporto pubblico (posizione numero 65, dunque nella metà meno virtuosa).

Allargando il quadro, si delinea uno scenario idilliaco per la nostra Regione, con Reggio Emilia al primo posto, Parma al terzo, Forlì al quinto, Bologna all’ottavo, Ferrara all’undicesimo, Rimini al dodicesimo (Cesena appunto al quindicesimo) e Ravenna al diciottesimo. Solo Modena (posizione 27) e Piacenza (35) sono fuori dalle migliori venti. Benissimo, dunque.

Anche se… Il dubbio in effetti è più che legittimo, dal momento che una significativa parte del territorio emiliano romagnolo gravita nell’area della Pianura Padana, più volte e da più studi indicata come una delle aree con la peggiore qualità dell’aria non d’Italia, ma del pianeta. Nessuna intenzione di contestare il sondaggio, ma pur con tanti parametri e fattori di valutazione, siamo davvero un’eccellenza così invidiabile in relazione alla qualità dell’ambiente? Solo a titolo di precisazione, al secondo posto, tra Reggio Emilia e Parma, si è classificato Trento. Per capire come sono stati attribuiti i punteggi, la mobilità rappresenta il 24% dell’indice, seguita da aria (19%), rifiuti (18%) e acqua (18%), ambiente urbano (16%) e solare pubblico (5%). Premiati gli indicatori che misurano le politiche degli enti locali (47%), rispetto agli indicatori di stato (25%) o di pressione (28%). Assegnato, infine, un punteggio addizionale alle città che si contraddistinguono in termini di politiche innovative e risultati raggiunti.