Verrà organizzata una ricerca con unità cinofile nei boschi nella zona di Mercato Saraceno, dove Cristina Golinucci avrebbe potuto essere stata accompagnata prima di scomparire. L’avvocato Barbara Iannuccelli è fortemente determinata a non lasciare nulla di intentato nella battaglia che sta conducendo con l’intento di accertare la verità sulle sorti della ragazza cesenate scomparsa il primo settembre di 32 anni fa quando aveva appena 21 anni. A darle manforte c’è stata la telefonata, ricevuta la scorsa settima, effettuata da una donna che ha raccolto le testimonianze del suo anziano padre il quale, assistendo all’ennesimo appello, avrebbe deciso di farsi avanti, raccontando un episodio inedito. "L’uomo - ha riportato Iannuccelli – dedito ad andare in cerca di funghi tra i boschi intorno a Mercato Saraceno, ai tempi avrebbe notato in più occasioni un frate arrivare con l’auto insieme a una ragazza, togliersi la tunica e allontanarsi con lei tra la vegetazione, tenendola per mano. Un giorno però, un amico del nostro involontario ‘testimone’ gli avrebbe suggerito di cambiare zona per le sue ricerche di funghi, dal momento che tra quegli alberi erano comparsi dei sacchi neri che emanavano un nauseante odore. Della presenza di quei sacchi sarebbero state informate anche le forze dell’ordine".
Proprio per provare a fare chiarezza sulla vicenda, pur a 32 anni di distanza, nei prossimi giorni l’associazione Penelope organizzerà una perlustrazione dell’area anche con l’ausilio di unità cinofile. "E’ chiaro che è trascorso molto tempo – ha riconosciuto Iannuccelli – ma questo non significa che dobbiamo arrenderci. E’ giusto analizzare a fondo ogni possibilità, cercando riscontri e testimonianze. Non si può mettere in secondo piano il dolore di una madre. Dunque ci muoveremo sulla base delle indicazioni che abbiamo ricevuto, contando nella possibilità di trovare qualche riscontro".
La segnalazione ricevuta è ovviamente stata comunicata anche alle forze dell’ordine, che in questi giorni incontreranno la donna che ha contattato l’avvocato Barbara Iannuccelli e il padre di lei. I tempi sono serrati perché il 26 settembre è in programma l’udienza nel corso della quale si deciderà se archiviare il caso (sarebbe la decima volta) o concedere una proroga alle indagini. "La data è dietro l’angolo – ha concluso Iannuccelli – e una questione così delicata a nostro avviso merita di essere approfondita. Per questo ho chiesto il rinvio della data dell’udienza".
La testimonianza ha nel frattempo riportato l’attenzione sul convento dei frati Cappuccini di Cesena, dove Cristina Golinucci, che aveva un appuntamento con padre Lino, il suo confessore, posteggiò l’auto senza essere più ritrovata. In effetti il religioso visto nei boschi di Mercato Saraceno potrebbe essere stato Padre Renato, Domenico Nigi, deceduto nel 2016 e che fino al settembre del 1993, l’anno successivo alla scomparsa di Cristina, aveva vissuto nel convento cesenate, per poi spostarsi a Faenza. Padre Renato era originario di San Piero in Bagno e spesso frequentava il nostro Appennino. In quest’ottica sarebbe determinate una frase pronunciata da Emanuel Boke, a lungo sospettato di essere coinvolto nel caso, ma mai indagato: l’uomo quando si trovava in carcere per scontare condanne legate a reati di natura sessuale, avrebbe infatti raccontato in un colloquio con padre Lino del quale esistono registrazioni, di aver visto Cristina poco prima della sua scomparsa molto turbata e in compagnia di padre Renato. Proprio da qui parte un’ulteriore richiesta di Iannicelli: "Boke, che da anni risulta irreperibile, non è mai stato indagato in relazione a questi eventi. Auspico che ora venga almeno cercato in qualità di testimone".