Il miraggio della casa in affitto a Cesena: "In città 2mila appartamenti vuoti"

La fondatrice e amministratore delegato di Solo Affitti: "Bisogna ridurre i rischi per i proprietari"

Silvia Spronelli, fondatrice e amministratore delegato di Solo Affitti

Silvia Spronelli, fondatrice e amministratore delegato di Solo Affitti

Cesena, 9 febbraio 2024 – Il miraggio delle case in affitto a Cesena. A lanciare l’allarme su un tema delicatissimo per la crescita del territorio è stato il sindaco Enzo Lattuca che mercoledì, nell’ambito di un incontro organizzato da Confesercenti, ha parlato di appena una trentina di appartamenti attualmente disponibili per la locazione in tutta l’area cesenate (a fronte dei circa 1.500 proposti per al vendita), ponendo l’attenzione sull’importanza di incentivare i proprietari di immobili a mettere sul mercato le tante unità abitative sfitte. "Partiamo dal fatto che a Cesena si stimano circa 2.000 case vuote – conferma Silvia Spronelli – fondatrice e amministratore delegato di Solo Affitti – e che sì, gli appartamenti disponibili per contratti di locazione sono pochi. Magari più di una trentina, ma comunque decisamente meno rispetto alla domanda. E’ un tema nazionale: gli italiani proprietari di immobili sono scesi in 10 anni dall’80 al 70%. Questo perché si sta sempre più facendo largo una mentalità legata a una vita di spostamenti e di opportunità da ricercare non più solo sotto casa ma in giro per il Paese se non per il mondo. Siamo dunque in un contesto nel quale l’offerta resta quella, mentre la domanda cresce in maniera robusta".

Chi cerca un appartamento in affitto a Cesena? Le categorie sono molteplici e partono dagli studenti universitari per arrivare ai lavoratori in trasferta, alle famiglie e alle giovani coppie. Senza dimenticare chi si è separato dal coniuge. "Le richieste sono talmente alte – riprende Spronelli – che spesso quando si avvicina la conclusione di un contratto, siamo già in grado di proporre al proprietario un nuovo affittuario ponto a entrare nell’appartamento con soluzione di continuità. In questi casi – che sono molti – l’appartamento non ha nemmeno il tempo di passare dalle bacheche, perché nei fatti è già stato assegnato. Come si risolve il problema? Riducendo i rischi per i proprietari".

Le tematiche costantemente presenti sono quelle della paura di non ricevere il pagamento del canone e di non vedere l’affittuario lasciare l’alloggio nei tempi concordati. "Sul primo versante abbiamo adottato una formula che garantisce al massimo, perché siamo noi a pagare il canone al proprietario. Lo facciamo però soltanto dopo aver registrato i possibili inquilini con dati relativi anche alle posizioni lavorative e alla composizione del nucleo familiare. Chi accetta di fornirci queste informazioni, una soluzione la trova sempre, anche se è innegabile che serve avere pazienza. Quanta? Qualche mese". Sull’altro tema invece, il tavolo di discussione riguarda la proposta di modifica delle condizioni attuali dei contratti: "Se ne sta discutendo anche in Senato – chiude Spronelli - con l’intento di ridurre le durate dei contratti. Un’ulteriore strada potrebbe essere quella di proporre l’abbattimento dell’Imu per chi decide di mettere sul mercato una unità abitativa attualmente sfitta".