Alluvione in Romagna, il grande canale spinge l’acqua al Po per salvare Ravenna

E’ la prima volta che succede dalla creazione del Cer, l’operazione idraulica avviene grazie alle paratoie. “In un giorno lo abbiamo svuotato della metà”

Ravenna, 21 maggio 2023 – Romagna sott’acqua, ancora. Tra fango, nuovi allagamenti, un elicottero precipitato (video) e un’altra giornata – quella di oggi – da allerta rossa. A ieri sera il 20% del territorio di Ravenna era stato evacuato e tra Emilia e Romagna il numero degli sfollati era schizzato a 36.600, dei quali 5mila accolti in strutture dei Comuni.

Gli angeli del fango nell'alluvione dell'Emilia Romagna
Gli angeli del fango nell'alluvione dell'Emilia Romagna

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Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha telefonato ai sindaci di Cesena, Faenza, Forlì e Ravenna per esprimere la vicinanza del Paese ai territori colpiti e il premier Giorgia Meloni ha anticipato il rientro in Italia dal G7 in corso a Hiroshima. "La mia coscienza mi impone di tornare", ha detto annunciando per "martedì in Consiglio dei ministri i provvedimenti per le zone colpite, le risorse si trovano". La Regione sta già predisponendo la lista dei Comuni da inserire nel decreto fiscale, mentre sul territorio arrivano le prime segnalazioni di dissesti alle fondamenta di edifici. Si fronteggia l’alluvione con ogni mezzo, anche invertendo – per la prima volta dalla sua apertura – il corso del Canale emiliano-romagnolo (Cer), rispedendo l’acqua a chilometri di distanza, nel Po che lo alimenta. Oggi la premier Meloni è attesa nelle zone alluvionate dove la disperazione è diventata reazione.

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Tra le tante storie di solidarietà arriva quella della Cab Terra, storica cooperativa che ha risposto presente all’appello della prefettura: chiedeva loro di acconsentire al taglio dell’argine del Canale Magni, per alleggerirlo ma allagare così 200 ettari di proprietà in via Romea. "Naturalmente abbiamo acconsentito sperando serva a qualcosa", ha subito risposto Fabrizio Galavotti, il presidente. E mentre l’acqua minacciava ieri anche gli abitati di Borgo Montone e Lavezzola (Conselice) per la tracimazione dei canali secondari ricolmi, la protezione civile da Reggio Emilia ha montato un enorme argine mobile lungo 800 metri (video) per proteggere la zona industriale delle Bassette a Ravenna, sede tra l’altro dei server di Lepida, l’infrastruttura di telecomunicazione della Regione su cui viaggia, tra le varie, anche la sanità emiliano-romagnola.

"Ravenna lotta contro le acque da qualche migliaio di anni – ha affermato il sindaco Michele de Pascale –. Le opere che ci hanno salvato in questi giorni sono i fiumi uniti realizzati tra il  ’200 e il ’700, il cavo Napoleonico, il Cer, la rete di bonifica". Il Cer, che nasce principalmente per l’approvvigionamento a uso irriguo in Romagna con l’acqua del Po, è "come un’enorme vasca di oltre 100 chilometri, da Bondeno (Ferrara) a Rimini, ma senza sbocchi a mare o in fiumi – spiega la direttrice Raffaella Zucaro –. In questi giorni il Cer, che è a una quota più bassa, ha solo ricevuto acqua dai fiumi in piena, senza svuotarsi".

Che fare allora, visto il rischio tracimazione del Cer? Senza pompe, ma sfruttando l’altezza raggiunta e un sistema di paratoie, l’acqua viene ora convogliata a ritroso verso il Po, sezione per sezione, come in un sistema di travasi continui. "Il Cer ha 3 milioni di metri cubi d’acqua di capacità complessiva, in un giorno lo abbiamo svuotato della metà – continua la dg –. Riparata la falla nel Savio, abbiamo avuto l’autorizzazione a scaricare attraverso il nostro canale di scolo anche a est. E stiamo raccogliendo l’acqua che i singoli consorzi pompano con le idrovore".

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