
La Ferrari di Gilles Villeneuve e la McLaren di Alain Prost
Imola, 25 agosto 2024 – Imola si tuffa per due giorni nella Formula 1 che fu. E intanto lavora per restare nel Circus di oggi, quello fatto di hospitality e ruote panoramiche, anche in futuro. L’Autodromo romagnolo accoglie questo fine settimana l’ottava edizione dell’Historic Minardi day. Un evento dal sapore vintage fin dal nome, nato nel 2016. Il motivo? Celebrare un importante doppio decennale: da un lato, l’ultimo Gp del team faentino che, a cavallo tra la metà degli anni Ottanta e quella dei Duemila, correva fianco a fianco con i grandi team del Mondiale; dall’altro, l’ultima gara di F1 disputata sul Santerno (quando ancora si correva sotto l’egida di San Marino) prima del grande ritorno del 2020.
Una manifestazione cresciuta edizione dopo edizione, che è passata dalle 9mila presenze del 2016 alle 15mila complessive previste tra ieri e oggi. E che oltre a riempire alberghi e ristoranti nella zona del circuito consente anche ai più giovani di entrare nei box per ammirare da vicino una quarantina di monoposto che hanno fatto la storia della Formula 1 più oltre 400 vetture simbolo del motorsport portate in pista dai collezionisti. In mezzo a memorabilia, simulatori di guida, auto radiocomandate e realtà virtuale, ci sono poi gli ex piloti, da Luca Badoer a Pierluigi Martini passando per Riccardo Patrese e Arturo Merzario: tutti disponibilissimi a scattare selfie, firmare autografi e rievocare i fasti del passato.
«Il segreto del successo di questa manifestazione è la voglia di riassaporare le atmosfere della Formula 1 di un tempo, quando c’era più flessibilità sui pass e si viveva l’evento da vicino, e di farle provare a chi all’epoca non c’era», racconta Gian Carlo Minardi, nella doppia veste di patron della scuderia faentina e presidente di Formula Imola, società di gestione dell’Autodromo che lavora per non interrompere di nuovo la storia ricominciata nel 2020.
Per restare nel Circus servono investimenti. Quelli infrastrutturali, innanzitutto: una ventina di milioni mal contati tra ampliamento dei box, sopraelevazione della tribuna, nuove hospitality e rinforzo del muro di protezione del paddock allagato dall’alluvione che nel 2023 fece saltare il Gp. E poi quelli per assicurarsi il contratto con la Formula 1 assieme all’eterna amica-rivale Monza: in questo caso, di milioni ne servono 30 a Gran premio, contro i 25 milioni del contratto in scadenza nel 2025. Una cifra, quest’ultima, che al momento viene coperta da Aci; Ice - Istituto per il commercio con l’estero; ministero delle Infrastrutture e dei trasporti; Regione; Con.Ami. Tutti fondi pubblici per un evento che chiude sostanzialmente in pari, ma garantisce ricadute economiche quantificate in 270 milioni per l’intera Emilia-Romagna. E al quale Imola non vuole più rinunciare.