Zona arancione: a rischio le Marche. I dati Covid di Emilia Romagna e Veneto

Per le Marche possibile il passaggio in arancione nel giro di una settimana, se avanzerà l'occupazione dei reparti covid. Dati ancora da zona gialla per l'Emilia Romagna, mentre il Veneto affronta un numero molto alto di contagi settimanali. Le Regioni: "Ora superiamo il sistema di fasce di colori". L'analisi dettagliata del monitoraggio Covid del Ministero della Salute

Bologna, 16 gennaio 2022 - A fronte del numero sempre maggiore di nuove persone positive al Covid con un conseguente innalzamento dei valori dell'incidenza (numero di contagi ogni 100mila persone), quello che non permette ancora di reputare la malattia derivante dal Coronavirus una 'semplice influenza' è il numero dei ricoveri in ospedale. Lontani dai dati di un anno fa, si registra comunque un incremento dell'occupazione ospedaliera che porta a livello nazionale le terapie intensive al 18% (dal 16% di una settimana fa) e i reparti non critici al 28% (dal 23% scorso). 

Omicron, Fauci e Burioni da Fazio: "Contagia tutti, inutile vaccino specifico"

Quando arriva il picco dei contagi? Ecco in quali province è già stato raggiunto 

Zona arancione più vicina per le Marche. I dati Covid
Zona arancione più vicina per le Marche. I dati Covid

Covid Ravenna, morto il barbiere Fosco Patergnani. Non si era voluto vaccinare - La sindaca di Castrocaro positiva e incinta: "Future mamme, vaccinatevi" - "Io, guarito per due volte. E il Green pass non arriva" 

Se è vero che che per entrare in zona arancione le prime devono superare la soglia del 20% e i secondi del 30%, le Marche, seguite da Veneto ed Emilia Romagna sono sempre più vicine al cambio colore. Intanto però, da lunedì sarà solo la Valle d'Aosta a diventare arancione, mentre la Campania raggiunge le altre 15 regioni in zona gialla.

Intanto, le Regioni chiedono di superare il sistema delle fasce di colori: i tempi sarebbero maturi, dopo l'introduzione del Super Green pass ormai in diversi ambiti della vita sociale e lavorativa. L'obiettivo è di garantire la massima possibilità di spostamento e la tutela delle attività economiche, evitando chiusure. Nella prossima Conferenza, i i governatori si riuniranno per discutere di una serie di temi sulle misure anti-Covid ed eventuali proposte da avanzare al Governo.

L'ultimo monitoraggio dei dati Covid del Ministero della Salute, il numero 87 che si riferisce alla settimana dal 3 al 9 gennaio (qui l'analisi del monitoraggio precedente, il numero 86), riporta proprio come il precedente cifre record (perché mai viste quanto meno nell'ultimo anno) di casi settimanali e incidenza. Quest'ultima in Italia raggiunge quota 1.622 (1.098 di una settimana fa) e l'indice Rt sale da 1,43 a 1,56. Se si guarda a Emilia-Romagna, Marche e Veneto, un anno fa le terapie intensive erano occupate al 30%, i reparti covid tra il 40 e il 50%, ma i casi settimanali non arrivavano a 20mila, mentre l'incidenza oscillava tra le cifre di 200 e 350. 

Emilia-Romagna

Dopo l'ingresso in zona gialla una settimana fa, i dati Covid non accennano a rallentare. Raddoppiati i casi settimanali: da 56.660 a 117.122. Ma anche l'incidenza: da 1274,53 a 2634,59, con un picco di 2783,7 nei giorni 7-13 gennaio. Indice Rt da 1,38 a 1,84.

Ma più che altro i reparti non critici si avvicinano pericolosamente alla soglia arancione, il che significa che gli ospedali stanno andando in affanno. In una settimana sono saliti dal 21 al 26%. Non si può però ancora parlare di passaggio in zona arancione per la regione, perché le terapie intensive non hanno raggiunto il 20% dell'occupazione: dal 16 ora sono al 17%

Comunque sia la classificazione di rischio è alta e di sono due allerte. La percentuale dei positivi sul numero dei tamponi era al 34%, ora è al 46%. Si sta poi abbassando la capacità di indagine epidemiologica con ricerca dei contatti stretti sul numero di casi confermati di infezione: da 92.3% a 86.9%.

Marche

Rispetto a Veneto ed Emilia Romagna, le Marche sono più vicine alla zona arancione, perché le terapie intensive sono al 23% (dal 21% di una settimana fa e hanno superato la soglia del 20%), i reparti non critici hanno l'occupazione più alta: 27%, dal 24% scorso. 

Per il resto l'unico dato che cala è l'indice Rt, da 1,17 a 0,98. L'incidenza da 594,31 è arrivata a 791,06, con un picco di 813 nei giorni 7-13 gennaio. I casi settimanali sono stati 11.877: mai così tanti nell'ultimo anno (una settimana fa se ne erano registrati 8.923).

Il rischio rimane moderato ad alta probabilità di progressione. Ci sono tutti i presupposti perché in una settimana la regione abbia dati da zona arancione. È una delle prossime candidate.

Veneto

Il numero dei casi settimanali del monitoraggio scorso l'avevamo definito enorme e si trattava di 63.333 nuovi contagi. In questo monitoraggio i nuovi positivi veneti sono stati 106.211. Risultato sicuramente di un'incidenza che non accenna a fermare il suo percorso da almeno tre mesi: da 1305,17 è salita a 2188,81. Nei giorni 7-13 gennaio arriva a 2238,8. 

Vicini alla soglia arancione anche i reparti covid, ora al 25% (in crescita dal 22%). Ma c'è una buona notizia: i reparti di terapia intensiva sono fermi al 19%, potrebbe essere un primo indizio della vicinanza al picco dei contagi, che una volta passato porterebbe a una decrescita dei parametri covid. Ancora però non si ha nessuna certezza in merito e rimangono ipotesi. 

Intanto, anche l'indice Rt è tornato a salire da 1,1 a 1, 34. La percentuale dei positivi sul numero dei tamponi dal 10 è passata al 19%. Mentre la capacità di indagine epidemiologica con ricerca dei contatti stretti sul numero di casi confermati di infezione è scesa dall'80.2% al 26%. Ma ci sono dei dati mancanti, in seguito a un attacco hacker subito nelle settimane scorse. La Regione Veneto sta lavorando per recuperare le informazioni mancanti. Per questo motivo non risultano valutabili la classificazione di rischio (equiparata per ora a rischio 'alto') e la valutazione di probabilità di progressione della pandemia.