Bologna, 3 giugno 2025 -Ormai dobbiamo renderci conto che una delle emergenze principali è l’aggressività dei pirati del web, i cosiddetti hackers, che a volte agiscono per motivi politici, altre volte attaccano a scopo ricattatorio le aziende. Le piccole imprese, tessuto fondamentale dell’Emilia Romagna, credo siano le più esposte a questo tipo di blitz perchè meno attrezzate nella difesa cyber. La difesa è una delle sfide di oggi e di domani.
Giulio Fabbri
risponde Beppe Boni
Gli attacchi cyber ad aziende e istituzioni sono già un’emergenza. Mentre le seconde in qualche modo dispongono già di uno scudo di protezione, che a volte funziona altre meno, ma esiste, le imprese sono più esposte. Secondo un’analisi diffusa tempo fa dalla Polizia delle telecomunicazioni il 70% delle piccole e medie imprese soprattutto in Emilia Romagna non è sufficientemente attrezzato per proteggersi dagli attacchi hacker. Non è cattiva volontà, ma un problema di costi che non tutte le strutture aziendali possono permettersi. Al contrario i grandi gruppi sono quasi tutti organizzati nella difesa di incursioni cyber sia dal punto di vista tecnologico che della formazione del personale. Secondo un report di Vargroup, operatore nei servizi e nelle soluzioni digitali, l’Italia è uno dei Paesi più colpiti dai pirati di internet. A livello italiano gli attacchi ransomware hanno colpito aziende nei settori manifatturiero (32,5%), consulenza (9%), IT (7,5%), trasporti (7,5%) e costruzioni (6,5%), distribuite maggiormente in Lombardia (30,90%), Emilia-Romagna (15,40%) e Veneto (8,40%). Le piccole imprese vanno aiutate (contributi? formazione?) perchè siano attrezzate con uno scudo. E siamo già in ritardo.
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